Quote pesce spada: il Governo fa ricorso alla Corte di Giustizia europea


Il Ministro delle Politiche Agricole Martina: “Scelta giusta e necessaria”

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Il decreto di luglio era intervenuto dopo la lite tra Italia e UE sulle quote

ROMA – Le quote pesce spada tornano al centro dell’azione del Ministero delle Politiche Agricole che ha formalizzato il ricorso del Governo alla Corte di Giustizia dell’Unione europea.

Nel mirino il Regolamento Ue n. 2017/1398 recante la ripartizione tra gli Stati Membri del contingente di cattura del pesce spada del Mediterraneo assegnato all’Unione Europea.

“Il ricorso alla Corte di Giustizia europea – dichiara il Ministro Maurizio Martina – è una scelta giusta e necessaria. Siamo decisi ad andare fino in fondo per difendere gli interessi del settore a Bruxelles”.

“I criteri recepiti nel Regolamento Ue 2017/1398 – aggiunge il Sottosegretario Giuseppe Castiglione – hanno duplicato il danno subìto dalle marinerie italiane, portando la perdita netta a ben 600 tonnellate annue e un conseguente significativo calo di redditività”.

“Non possiamo accettare di subire un danno economico così ingente visto che la flotta nazionale autorizzata al prelievo del pesce spada si compone di oltre 850 imbarcazioni, di cui ben oltre il 50% facenti capo ad imprese operanti nelle regioni meridionali con particolare riferimento alla Sicilia” sottolinea ancora.

Lo scorso luglio il Ministero aveva emanato Firmato il decreto che, in via urgente e transitoria, fissava per l’attuale campagna di pesca a 4.039 tonnellate il massimale delle catture di pesce spada mediterraneo. Un provvedimento che si era reso necessario in attesa delle pendenti procedure europee, per assicurare alle marinerie nazionali uno strumento che permettesse il rispetto dei criteri di allocazione del TAC internazionale fissato per il 2017 a 10.500, come già ufficialmente adottati ed approvati in sede ICCAT.