Vino senza uva e cioccolato senza cacao: le mani della UE nel piatto


La denuncia di Coldiretti: “Si sfrutta la deregulation per esportare prodotti di bassa qualità”

cioccolato cacao
Mangiare regolarmente cioccolato fondente fa bene al cuore: ma se non c’è il cacao?

ROMA – Non solo insetti, sul mercato comunitario. Ci sono anche formaggio senza latte, vino senza uva, cioccolato senza cacao. Non mancano la carne annacquata o il vino zuccherato mentre circa 1/3 della spesa è anonima per effetto delle scelte dell’Unione Europea.

È quanto afferma la Coldiretti in occasione del Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione dove è stata apparecchiata la tavola dagli insetti in arrivo nel piatto degli italiani a partire dal primo gennaio con il via libera dell’Ue.

“Nell’ambito alimentare l’Unione Europea – sottolinea la Coldiretti – ha spinto negli anni verso l’omologazione al ribasso delle caratteristiche degli alimenti mettendo spesso in crisi le produzioni tradizionali per effetto di una concorrenza sleale fondata sull’inganno legalizzato”.

“Basti pensare alla possibilità concessa dall’Ue di utilizzare grano tenero, al posto di quello duro, per produrre la pasta o all’autorizzazione ad utilizzare la polvere di latte per produrre formaggi, yogurt e latte alimentare, senza dimenticare la possibilità di aggiungere zucchero per aumentare la gradazione del vino” prosegue la Confederazione.

“Se l’Italia ha adottato norme a tutela della qualità dei prodotti agroalimentari nazionali nel resto dell’Unione Europea si sfrutta la deregulation per esportare prodotti di bassa qualità, a volte anche sfruttando con l’inganno l’immagine Made in Italy. Questo per l’atteggiamento incerto e contradditorio dell’Ue che – denuncia la Coldiretti – obbliga ad indicare l’origine in etichetta per le uova, ma non per gli ovoprodotti, per la carne fresca, ma non per quella trasformata in salumi, per la frutta fresca, ma non per i succhi, per il miele, ma non per il riso, per il pesce, ma non per il grano nella pasta”.

“L’Italia che è leader europeo nella trasparenza e nella qualità ha il dovere di fare da apripista nelle politiche alimentari comunitarie anche sull’etichettatura come giustamente è stato fatto con le norme nazionali per i prodotti lattiero caseari, per il riso e per la pasta”, ha affermato il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo.

Emerge infatti la necessità di combattere “una concorrenza sleale che danneggia gli agricoltori italiani e i consumatori i quali trovano sul mercato prodotti di imitazione che non hanno certo le stesse caratteristiche degli originali”.

Le ultime frontiere dell’inganno a tavola

Per Coldiretti è da ricercare nella commercializzazione molto diffusa in alcuni Paesi dell’Unione Europea di kit fai da te che promettono il miracolo di ottenere in casa il meglio della produzione enogastronomica Made in italy, dai vini ai formaggi.

Si tratta di confezioni per la produzione di Parmigiano o Romano venduti da una ditta inglese a circa 120 euro mentre quelle per la Mozzarella Cheese costano circa 30 euro. Nell’Unione Europea circolano anche oltre venti milioni di bottiglie di pseudo vino ottenuto da polveri miracolose contenute in wine kit che promettono in pochi giorni di ottenere le etichette più prestigiose come Chianti, Valpolicella, Frascati, Primitivo, Gewurztraminer, Barolo, Lambrusco o Montepulciano.

Le mani dell’Unione europea nel piatto

La pasta di grano tenero che scuoce – In Italia vige la storica “legge di purezza”, la numero 480 del 4 luglio del 1967 e successive modificazioni, che impone l’obbligo di produrre pasta esclusivamente con grano duro che difende dal rischio di trovarsi quella scotta nel piatto come accade spesso all’estero.

I formaggi dalla polvere – L’Unione Europea ha chiesto all’Italia di non vietare l’utilizzo di polvere di latte per produrre formaggi, yogurt e latte alimentare ai caseifici situati sul territorio nazionale. Una pratica consentita in tutti i Paesi dell’Unione Europea anche per la produzione di formaggi di tipo italiano.

Mozzarella e Parmigiano kit – Nell’Unione Europea è stata scoperta dalla Coldiretti la commercializzazione di kit che promettono di ottenere in casa in pochi giorni alcuni dei formaggi italiani piu’ prestigiosi dal Grana Padano al Parmigiano reggiano fino alla mozzarella.

Wine kit – L’Unione Europea permette la vendita di pseudo vino ottenuto da polveri miracolose contenute in wine-kit che promettono in pochi giorni di ottenere le etichette italiane piu’ prestigiose con la semplice aggiunta di acqua.

Il vino allo zucchero – L’Unione Europea consente ai Paesi del Nord Europa di aumentare la gradazione del vino attraverso l’aggiunta di zucchero. Lo zuccheraggio è sempre stato vietato nei paesi del Mediterraneo e in Italia, che con la Coldiretti ha combattuto una battaglia per impedire un “trucco di cantina” e per affermare definitivamente la definizione di vino quale prodotto interamente ottenuto dall’uva.

La microetichetta dell’olio – Sulle bottiglie ottenute da olive straniere in vendita nei supermercati è quasi impossibile, nella stragrande maggioranza dei casi, leggere le scritte “miscele di oli di oliva comunitari”, “miscele di oli di oliva non comunitari” o “miscele di oli di oliva comunitari e non comunitari” per riconoscere gli oli importati.

La carne annacquata – L’Unione Europea consente per alcune categorie la possibilità di non indicare l’aggiunta d’acqua fino al 5%. Ma per wurstel e mortadella tale indicazione puo’ essere addirittura elusa, anche se il contenuto di acqua supera tale percentuale, secondo la nuova normativa comunitaria definita con il Reg. 1169/2011 dell’Unione.

Il cioccolato senza cacao – L’Unione Europea ha imposto all’Italia di aprire i propri mercati anche al cioccolato ottenuto con l’aggiunta di grassi vegetali diversi dal burro di cacao.