Interferenti endocrini: scontro tra Parlamento e Commissione UE


Gli eurodeputati bloccano la proposta di esenzione dai pesticidi

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Una relazione UNEP/WHO ha definito gli interferenti endocrini una “minaccia globale”

STRASBURGO – Il Parlamento europeo ha bloccato la proposta della Commissione che avrebbe esentato alcuni prodotti chimici contenuti nei pesticidi dall’essere identificati come interferenti endocrini.

Per i deputati, la Commissione ha oltrepassato il proprio mandato esentando dai criteri di identificazione le sostanze che sono in realtà progettate proprio per attaccare il sistema endocrino di un organismo, come quelle che si trovano in certi pesticidi.

L’obiezione, presentata da Jytte Guteland e Bas Eickhout, è stata approvata con 389 voti a favore, 235 contrari e 70 astensioni, raggiungendo così la maggioranza assoluta necessaria per bloccare tale proposta. La Commissione europea dovrà quindi elaborare una nuova versione del testo, prendendo in considerazione i suggerimenti del Parlamento.

La legislazione dell’UE impone che gli antiparassitari o le sostanze biocide non abbiano effetti di interferenti endocrini su altre specie rispetto a quelle mirate. Per applicare questa legislazione, l’UE deve essere in possesso di un elenco di criteri scientifici per l’individuazione degli interferenti endocrini.

La proposta della Commissione riguardava i criteri scientifici per l’identificazione delle proprietà endocrine-distruttive delle sostanze chimiche. L’individuazione di questi criteri scientifici costituisce un primo passo verso misure che riducono la loro presenza e tutelano la salute dei cittadini.

La Corte di giustizia europea ha stabilito nel dicembre 2015 che la Commissione europea ha violato la legislazione comunitaria omettendo di pubblicare i criteri per la determinazione degli interferenti endocrini entro la fine del 2013. I deputati hanno ripetutamente sollecitato l’UE a ridurre le sostanze.

Una relazione UNEP/WHO ha definito gli interferenti endocrini una “minaccia globale”, in riferimento, tra l’altro, all’aumento di vari disturbi endocrini nell’uomo e nelle popolazioni della fauna selvatica. Ci sono prove di effetti avversi riproduttivi (infertilità, tumori, malformazioni) che potrebbero anche influenzare la funzione tiroidea, quella del cervello e favorire l’obesità, e l’omeostasi del glucosio.