Caserme a chi è senza casa, Codacons: “La proposta della Raggi è una follia”


L’associazione dei consumatori dopo l’incontro tra Minniti e la sindaca di Roma: “Soluzione illogica, non sono case”

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La prima cittadina di Roma, Virginia Raggi

ROMA – Per risolvere l’emergenza abitativa che riguarda non solo la Capitale ma anche diverse altre città italiane ieri il Ministro dell’Interno, Marco Minniti, si è incontrato con la sindaca Virginia Raggi. Nel corso della riunione al Viminale, “svoltasi in un clima pienamente costruttivo” come spiega una nota del Ministero, “si è convenuto sull’importanza di una collaborazione interistituzionale, come quella già in corso con la Regione, per affrontare il tema dell’emergenza abitativa, delle politiche migratorie e dell’accoglienza, stabilendo delle priorità nel rispetto dei principi di legalità e di umanità”.

Minniti ha illustrato le linee guida in via di definizione da parte del Ministero, fondate su due pilastri, uno nazionale e uno territoriale a partire dalle Città Metropolitane per affrontare il problema degli sgomberi e il tema delle fragilità sociali.

La sindaca Raggi al termine ha spiegato di aver presentato due proposte: una prevede la messa a disposizione delle caserme inutilizzate che hanno gli alloggi di servizio, che potrebbero essere riadattati. L’altra riguarda invece l’adozione di politiche tese a riattivare il mercato immobiliare: “A Roma abbiamo oltre 200mila case tra sfitte e invendute” ha spiegato Raggi.

Ma a far discutere è soprattutto la proposta del riutilizzo delle caserme, che secondo il Codacons è solo “l’ultima di una serie di proposte illogiche e assurde, una follia vera e propria che non ha alcuna possibilità di risolvere la questione alloggiativa nella Capitale”.

L’associazione dei consumatori reagisce con durezza a un’idea “che riemerge a fasi alterne da una vita: inutile sottolineare, visto che si tratta di un fatto evidente, che caserme e abitazioni sono strutture concepite per scopi diversi. Allora, viene da chiedersi: perché non utilizzare anche conventi e parrocchie?”.

“Difficile, poi, immaginare che le caserme stesse possano essere abbattute e ricostruite come immobili abitabili; e di sicuro, le poche eventualmente adatte non basterebbero certo a risolvere la questione. Questo è solo l’ultimo episodio di una lunga saga. I sindaci della Capitale, di qualsiasi provenienza politica, sembrano da vent’anni alle prese con un unico sforzo: quello di rimandare in tutti i modi il problema, senza mai affrontarlo concretamente. Solo garantendo il funzionamento dell’edilizia residenziale pubblica, la regolarità delle assegnazioni e attuando un adeguato controllo su tutti i tentativi di infiltrare il sistema per motivi di lucro, qualcosa può cambiare davvero” conclude il Codacons.