L’Asse del Mondo di Guido Venturini arriva a Faenza


Dal 2 al 18 settembre gli alberi del noto designer dell’Alessi alla Galleria Comunale D’Arte

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Guido Venturini, Axis Mundi 9. Olio e cera su tela di lino naturale, 200×165 – 2017.

FAENZA – Ha firmato l’“uccello di fuoco”, l’ironico accendigas dell’Alessi, diventato insieme a tanti altri best seller da lui ideati, un cult della nota azienda di design.

Ma, il percorso creativo di Guido Venturini, architetto e designer di fama mondiale, non si ferma qui. Negli anni, l’artista, di origine romagnola, ha sperimentato con sempre maggiore successo il linguaggio pittorico dando vita a dipinti di grande intensità espressiva e poetica. Alla sua più recente ricerca pittorica è dedicata l’esposizione dal titolo L’ASSE DEL MONDO allestita presso la Galleria Comunale D’Arte di Faenza (Voltone della Molinella, 2).

La mostra, che inaugura venerdì 1° settembre alle 18,30, è una riflessione sul tema dell’albero, dove, come sempre, Guido Venturini spinge l’indagine fino ai grandissimi formati a lui cari e in tal caso ben rappresentati. Le opere, introdotte da un saggio critico-poetico di Gian Ruggero Manzoni, sono realizzate a olio su tela di lino naturale, la composizione dei quadri è materica con l’aggiunta di cere per la figura, diluita ed aerea nei fondi.

Cosa ha in comune Guido Venturini, designer di fama mondiale, affermatosi fin dagli anni ’90 nella Milano, al tempo, patria della mondanità e del successo in Italia e all’estero, con Guido Venturini pittore, che oggi vive per lo più ad Alfonsine, la cittadina romagnola dove è nato, e dipinge lavori che guardano alla dimensione sacra e interiore dell’uomo in correlazione all’estetica della natura che lo circonda, così come ‘narrano’ i dipinti della mostra L’ASSE DEL MONDO in programma per l’1 Settembre a Faenza?

“Ha tutto in comune. La vita è cambiamento. Milano stessa è cambiata, una volta era luogo di identità operose e attente alla bellezza, oggi è sempre più scenografia di apparenze estetizzanti, e supermercato globalizzato. Milano è stata una tappa fondamentale del percorso che mi ha riportato qui, grazie all’incontro con Claudio Risé e il suo lavoro sulla selvatichezza. Continuo a frequentarla quando serve, e resto nel bosco quanto posso”.

Quale la poetica di questa mostra faentina e quale la visione del mondo da cui trae spunto?

“La naturalità dell’uomo, l’essere natura. L’albero è un mandala che si espande in tutte le direzioni, come una personalità ben formata e completa. La natura non è fabbricata dall’uomo. Viviamo in un mondo sempre più fabbricato. Cose, ma anche idee. Troppo costruito fa ammalare. Frequentare la natura risveglia la nostra vera essenza… ma nella realtà del lavoro di artista tutto questo è sotto traccia. La creatività va dove vuole, anzi dove deve, e si può solo seguire quello che nasce. Trovare, non cercare, come dice Picasso”.

Perché ha scelto una cittadina romagnola per esporre in anteprima i suoi alberi?

“Faenza è una città d’arte con una forte tradizione e fama internazionale. In un momento in cui si confonde il mercato con l’arte, il lavoro creativo si rispecchia bene in luoghi come questo, che hanno custodito nelle botteghe la manualità di raffinati ceramisti, dov’è nata l’arte di un Baccarini”.

Che rapporto intercorre tra il suo attuale sentire artistico e il suo territorio d’origine?

“Anche se l’arte mira all’essenza della pianta, la mia pianta nasce inevitabilmente qui. Il contatto con la natura è connessione con la propria identità, inevitabilmente legata al luogo di origine. Amo le nebbie romagnole, che nascondono e rivelano, gli alberi che nascono spontanei come l’”albaraz”, le carraie nei campi, la valle e il suo silenzio pieno di suoni e di erbe colorate. Non esiste albero astratto da un luogo, la stessa pianta sente le energie del luogo e si trasforma, come osserva Goethe…”.

Milano e Alfonsine. Come interagiscono oggi queste due realtà territoriali sulla sua vita e sulla sua arte?

“Milano è l’unica città internazionale Italiana. Il mio sguardo in questo senso non è provinciale ma diretto al mondo. Mi confronto e mi nutro di quello che nasce anche molto lontano. Lo spirito del tempo poi ci accomuna tutti.

Alfonsine è un luogo di confine, tra terra ed acqua, un tempo quasi tutta acqua, esposto alla furia naturale, poi a quella della guerra. Oggi qui nasce una produzione tecnologica di avanguardia mondiale, esiste uno sguardo fine. E’ un luogo appartato ma centrale tra il mare e gli Appennini, subito raggiungibili. Molto ricco in questo senso. E un piccolo paese, dove si può vivere semplicemente, a diretto contatto con la campagna. Tutto è congeniale alla dimensione riflessiva, privo di inutili sprechi di energia, una condizione ottimale per il lavoro creativo. Molti grandi artisti sono vissuti alternando selvatichezza e civilizzazione, come David Hockney, tra Los Angeles e i deserti del centro America, o Peter Doig che vive tra Trinidad e Berlino. L’artista è uomo di confine, tra natura e cultura, istinto e ragione, luce e oscurità, materia e spirito. Nella penombra, tra luce e buio, i miei alberi affiorano sulla tela”.

L’ASSE DEL MONDO – Info sulla mostra

Galleria Comunale D’Arte di Faenza (Voltone della Molinella, 2).

Inaugurazione venerdì 1° settembre alle 18,30.

La mostra è visitabile fino al 18 settembre con orari di apertura: 10 -12,30 / 16,30 -20.

MARILENA SPATARO

Marilena Spataro è giornalista freelance. Nata in provincia di Reggio Calabria, attualmente vive e lavora tra Bologna e la Romagna. Collabora con testate di arte e cultura. Ha diretto una rivista di ecologia e benessere e lavorato presso case editrici di livello nazionale. Svolge anche attività di addetto stampa/PR/organizzazione di eventi