Nigeria: Boko Haram ha utilizzato 82 bambini come “bombe umane”


L’allarme dell’UNICEF: 55 ragazze, molte sotto i 15 anni, e 27 ragazzi sono morti per gli attentati

Boko-Haram è l'organizzazione terroristica più sanguinaria del mondo
Guerriglieri del gruppo terroristico

ABUJA – Choc in Nigeria, dove dall’inizio del 2017 il gruppo terroristico di Boko Haram ha usato 82 bambini come “bombe umane”. Si tratta di 55 ragazze, il più delle volte sotto i 15 anni, e 27 ragazzi, fra cui un bambino che è stato legato a una ragazza.

A lanciare l’allarme è l’UNICEF che si dice “estremamente preoccupato dall’agghiacciante aumento del crudele e calcolato utilizzo di bambini, soprattutto di ragazze, come “bombe umane” nel Nordest della Nigeria”.

Negli ultimi anni, i bambini sono stati ripetutamente usati in questo modo dai terroristi di Boko Haram e fino ad ora quest’anno il loro numero è già quattro volte maggiore rispetto al totale dell’ultimo anno.

“Questo utilizzo di bambini è un’atrocità. I bambini usati come “bombe umane” sono, prima di tutto, vittime, non colpevoli. Il gruppo armato comunemente noto come Boko Haram ha talvolta, ma non sempre, rivendicato la responsabilità di questi attacchi, che colpiscono la popolazione civile” aggiunge l’UNICEF.

“L’utilizzo di bambini in questi attacchi ha un ulteriore impatto: crea sospetti e paure nei confronti di quelli che sono stati rilasciati, salvati o fuggiti dalle mani dei terroristi. Come risultato, molti bambini che sono riusciti a scappare dalla prigionia devono affrontare un rifiuto nel momento in cui cercano di reintegrarsi nelle loro comunità, aggravando le loro sofferenze” prosegue l’organizzazione.

Tutto ciò sta avvenendo in un contesto di sfollamenti di massa e di una crisi di malnutrizione. Ci sono 1,7 milioni di sfollati a causa dell’insurrezione nel Nordest del Paese, l’85% dei quali nello Stato del Borno, dove è avvenuta la maggior parte di questi attacchi. Il Nordest della Nigeria è uno fra i quattro Paesi e regioni su cui grava la minaccia della carestia: quest’anno raggiungono i 450.000 i bambini a rischio di malnutrizione acuta grave.

L’UNICEF sta offrendo supporto psicosociale per i bambini che sono stati prigionieri di Boko Haram e sta inoltre lavorando con le famiglie e le comunità per favorire che i bambini vengano accettati al loro ritorno. Questo lavoro include un supporto per il reinserimento sociale ed economico ai bambini e alle loro famiglie.

L’UNICEF supporta inoltre delle attività di riconciliazione nel Nordest della Nigeria, portate avanti da rispettati leader delle comunità e religiosi, fra cui donne influenti, per aiutare a promuovere la tolleranza, l’accettazione e il reinserimento.