Serie A: Rosetti e Tavecchio promuovono il VAR


L’ex arbitro e responsabile della Video Assistenza Arbitrale: “È stata l’alba di un nuovo giorno”

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Il Project Leader del VAR per l’Italia, Roberto Rosetti

ROMA – Dopo il suo esordio assoluto poco meno di un anno fa in occasione dell’amichevole Italia-Francia il VAR ha debuttato anche nella prima giornata di serie A. È stato un battesimo di fuoco per il nuovo sistema di assistenza agli arbitri, già a partire dall’anticipo di sabato tra Juventus e Cagliari dove il VAR è stato decisivo per assegnare un rigore, poi parato da Buffon, al Cagliari.

Dopo i primi 90′ è comunque evidente la portata di un progetto che ha visto la FIGC in prima fila nella sperimentazione e nell’introduzione della cosiddetta ‘moviola in campo’. Dopo aver illustrato nei giorni scorsi i principi fondamentali della Video Assistenza Arbitrale in tutti i ritiri delle squadre di Serie A, il Project Leader del VAR per l’Italia Roberto Rosetti valuta positivamente l’esordio ufficiale di uno strumento che segna una svolta epocale.

“È stata chiaramente l’alba di un nuovo giorno – ha commentato l’ex arbitro intervenendo ai microfoni di ‘Radio Anch’io Sport’ su Radio Uno – ed è stato un buon inizio, anche se io per carattere non sono mai soddisfatto. Bisogna continuare a lavorare in modo importante, ma è un processo irreversibile, che deve essere migliorato nei tempi e nelle procedure”.

Anche nella giornata di ieri la Video Assistenza Arbitrale ha giocato un ruolo importante intervenendo in 6 campi su 10: “Ci sono stati due interventi risolutivi da parte dei VAR – spiega Rosetti – due decisioni arbitrali sono state cambiate e sono state cambiate correttamente. Ci sono state alcune valutazioni dove i VAR hanno verificato la bontà delle decisioni, tra cui alcune reti segnate, e anche qui il controllo è stato effettuato e correttamente i gol sono stati assegnati”.

“E poi c’è stato un controllo su una situazione in area a San Siro dove giustamente il sistema ha verificato una situazione che poteva avere i presupposti di un grave errore, ma ha determinato che non era un chiaro errore dell’arbitro e ne ha confermato la decisione” aggiunge.

A Bologna, il Torino ha protestato per l’annullamento di un gol, ma Rosetti ribadisce come la Video Assistenza Arbitrale non sia stata concepita per sostituirsi al direttore di gara: “Quando l’arbitro fischia il gioco va fermato e da quel momento in poi il VAR non deve intervenire. È una situazione un po’ diversa, non è stato colto un retropassaggio e non era neanche facile. Lo sapevamo e lo sappiamo che ogni cambiamento prevede una fase di adattamento, prevede un’ottimizzazione delle procedure, anche i tempi devono essere limati e migliorati. Questo lavoro ha un obiettivo ben preciso: avere un calcio più giusto ed eliminare errori importanti”.

“Questo è l’anno zero, sappiamo bene che ci sono situazioni da perfezionare. Stare davanti a un video non è così facile. Dopo un’amichevole davanti a 80 mila persone, un VAR mi disse che non si era mai stancato così in vita sua, è un’altra concezione, è una struttura diversa di valutazione e per questo ci vuole tempo e pazienza per fare le cose nel migliore dei modi” prosegue.

A lasciar ben sperare per il futuro sono anche le reazioni dei giocatori, che nella maggior parte dei casi hanno accettato senza protestare le decisioni assunte dall’arbitro con il supporto della tecnologia: “Mi sembra che i giocatori siano più sereni, ho visto grande compostezza da parte loro e mi ha sorpreso anche l’atteggiamento del pubblico: sabato ero a Torino, il VAR ha dato rigore contro la Juventus e la gente l’ha accettato” afferma l’ex arbitro.

Sulla novità è intervenuto, sempre a ‘Radio Anch’io lo Sport’, in onda su Rai Radio 1, anche il presidente della FIGC, Carlo Tavecchio.

“Sono soddisfatto dell’applicazione del VAR, anche se avrà bisogno di essere lubrificata un po’ per essere al massimo della rispondenza”, ha dichiarato.

“Quando ne parlai per la prima volta, Infantino era il presidente della UEFA e mi aiutò moltissimo. All’epoca avevo un rapporto molto buono con Blatter, che poi precipitò per tutte le vicende che conosciamo, e mi disse di mandare avanti la richiesta. La mia lettera è marcata settembre 2014, allora non erano tutti così convinti qui in Italia, erano scettici in parecchi”.

A proposito di possibili innovazioni, il numero uno della FIGC ha ribadito che gli piacerebbe avere un campionato di Serie A e B a 18 squadre e due gironi da 18 in C dicendosi favorevole anche all’introduzione della formula dei play out in Serie A: “I play out sono sempre stati un toccasana, tra l’altro si tratta di un’iniziativa partita dal mondo dilettantistico, che io conosco bene. Potrebbe essere un discorso interessante”.