Movimento animalista chiede di abolire la sagra dei osei a Sacile


La presidente Brambilla: “Basta con le fiere che sfruttano gli animali”

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Michela Vittoria Brambilla con la responsabile regionale Alessandra Marchi e la vice responsabile regionale Laura Trovò

PORDENONE – La sagra dei osei di Sacile, in Friuli, deve essere abolita nonostante centinaia di anni di storia. È quanto afferma Michela Vittoria Brambilla, presidente nazionale del Movimento animalista, a proposito della “sagra” che si tiene in provincia di Pordenone.

“Ho rispetto per le tradizioni ma non ne faccio un tabù. Penso che gli uccelli debbano volare e cantare liberi nell’aria, il loro posto non è nelle gabbie e al concorso canoro non si sono certo iscritti spontaneamente. La sagra dei osei di Sacile, anche se ha più di 700 anni, va abolita, come del resto tutte le sagre, mostre ed esposizioni che sfruttano gli animali, vivi o morti” afferma l’ex ministra.

Contro l’insensibilità degli organizzatori della sagra dei osei hanno protestato numerosi militanti, guidati dalla responsabile regionale del Movimento Animalista del Friuli Venezia Giulia, l’avvocato Alessandra Marchi: “Altro che festa e canto della natura”, afferma.

“Qui ci sono animali imprigionati a vita in gabbia per allietare l’uomo con il loro canto o per essere usati dai cacciatori per come richiami, purtroppo il fiore all’occhiello di fiere ornitologiche come questa” aggiunge.

“Dietro il gorgheggiare che affascina i visitatori – spiega – c’è un mondo che non tiene in alcun conto i diritti e il benessere degli animali. Appena nati gli uccellini maschi vengono divisi dalle femmine, perché solo i primi possono fare da richiami. Poiché non per tutte le specie è agevole la distinzione del sesso, al piccolo volatile viene praticata un’incisione sull’addome, per trovare gli organi genitali maschili. È l’inizio di una vita da recluso. Vietato volare per sempre. Il suo mondo sarà sempre una minuscola gabbia, stipata insieme ad altre nel buio, situazione che col tempo può portare gli uccellini alla cecità”.

“E che cosa c’è dietro il canto di un uccello ad una fiera ornitologica? Gli animali cantano nella stagione degli amori, normalmente in primavera, mentre manifestazioni del genere si tengono tutto l’anno. Ecco allora che l’uomo interviene, ancora una volta contro natura, con la pratica dello spiumaggio parziale, per simulare la muta tipica appunto della stagione degli amori ed indurre gli uccellini al canto anche in agosto. Privazione del volo, della libertà, manipolazione degli istinti di un animale: se non è maltrattamento questo – si chiede Alessandra Marchi – Altro che celebrazione della natura”.