Orsa abbattuta in Trentino, animalisti infuriati con la Provincia


Dal Movimento animalista all’Enpa: l’uccisione di KJ2 scatena le associazioni

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Autorità provinciali nel mirino degli animalisti

TRENTO – Gli agenti del Corpo forestale della Provincia autonoma di Trento hanno proceduto all’abbattimento dell’ orsa KJ2. L’abbattimento dell’esemplare, che aveva aggredito un uomo nei giorni scorsi, è avvenuto in attuazione dell’ordinanza emessa dal presidente della Provincia per garantire la sicurezza delle persone.

“Ciò è stato possibile grazie alle precedenti attività di identificazione genetica e successiva cattura e radiocollarizzazione ai fini della riconoscibilità dell’animale. Il documentato indice di pericolosità dell’esemplare, culminato nel ferimento di due persone, ha richiesto l’attuazione dell’ordinanza nel più breve tempo possibile” spiega in una nota la Provincia. L’ orsa, infatti, era responsabile anche di un’altra aggressione avvenuta nel 2015.

“Sempre in funzione della prioritaria sicurezza delle persone continueranno in maniera intensiva tutte le attività condotte per ridurre il rischio di incidenti (informazione, comunicazione, prevenzione, monitoraggio e presenza sul territorio)” si legge ancora nella nota.

Brambilla: “I responsabili dovranno pagare”

La notizia dell’uccisione dell’ orsa ha scatenato la reazione delle associazioni animaliste. “Non è bastato, nel 2014, il caso di Daniza, uccisa dall’anestesia mentre tentavano di catturarla. Nonostante gli appelli, gli avvertimenti, gli ammonimenti, i ricorsi, l’amministrazione provinciale di Trento ancora una volta ha dato prova di prepotenza e crudeltà, dichiarando e portando fino in fondo una guerra all’ orsa KJ2 terminata, come purtroppo avevamo previsto, con la morte dell’animale” ha detto Michela Vittoria Brambilla, presidente del Movimento animalista.

“Va da sé – prosegue l’ex ministro – che invocheremo chiarezza in tutte le sedi, politiche e giudiziarie, e non cesseremo di farlo finché non sapremo tutto quello che c’è da sapere, finché non saranno individuati i responsabili, finché i responsabili non pagheranno. Nulla, però, potrà restituire la vita a KJ2, rea di essere se stessa, un animale selvatico che reagisce alle “offese” dell’uomo con le unghie e con i denti. La responsabilità di questa morte ricade interamente su chi l’ha voluta e preordinata, ben sapendo che non era necessaria”.

“L’unica speranza in questa brutta vicenda – aggiunge Rinaldo Sidoli, del Movimento animalista – è che infiammi l’opinione pubblica, che porti l’indignazione al punto giusto, quanto serva finalmente a porre fine all’assurda persecuzione dichiarata in questo Paese contro tutti gli animali selvatici (si caccerà perfino dopo incendi e siccità) e soprattutto contro i grandi carnivori, lupo e orso. Il Movimento animalista è e sarà in prima linea sempre, per difendere il nostro patrimonio naturale contro la miopia, la grettezza, l’avidità di chi non solo non lo rispetta ma ne vuole fare strame”.

Enpa: “Uccisione di KJ2 è un delitto, boicottare il Trentino”

Per l’Ente nazionale protezione animali “quello che si è consumato in Trentino, ovvero l’uccisione a sangue freddo di un’ orsa, è un vero e proprio delitto, un crimine contro gli animali, la natura, la biodiversità e in spregio ai milioni di cittadini italiani che hanno chiesto di lasciare in pace l’orsa, per chiarire le dinamiche dell’incidente e trovare le soluzioni alternative”.

“Invece, i forestali e la Provincia di Trento se ne sono infischiati, autorizzando una caccia all’orsa per mera vendetta o per altri interessi. Nella storia del nostro Paese è stato toccato il punto più basso sulla tutela degli animali, una sconfitta per il mondo scientifico e politico, totalmente incapace – o spinto da altri interessi – nel promuovere l’uccisione” aggiunge l’Enpa.

“Tutto questo con cospicui finanziamenti ricevuti dall’UE e dai contribuenti italiani, che pagano con le proprie tasse. Un cittadino onesto non deve recarsi più in Trentino né acquistare alcun prodotto di quella terra avvelenata dall’odio, dalla malapolitica, e anche inquinata” conclude l’associazione.