Lodi: capotreno che ha simulato aggressione ora è accusato di calunnia


L’uomo, lo scorso 19 Luglio, aveva finto di essere stato aggredito da uno straniero

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L’uomo aveva fornito anche una descrizione dettagliata del finto aggressore

LODI – Ora dovrà rispondere del reato di calunnia il capotreno che ha simulato di aver subìto un’aggressione da parte di un cittadino straniero.

La Squadra Mobile della Questura di Lodi, in collaborazione al personale della locale Polfer e del Compartimento della Lombardia, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Lodi, ha denunciato infatti per calunnia il capotreno di Trenord che, il 19 luglio scorso, ha raccontato di aver subìto un’aggressione da parte di uno straniero, mentre procedeva al controllo dei biglietti all’interno del convoglio ferroviario.

Grazie alle indagini degli investigatori, dopo che sono state acquisite e visionate le immagini dell’impianto di videosorveglianza della stazione di Santo Stefano Lodigiano, si è accertato che il racconto del ferroviere non corrispondeva al vero.

L’uomo, residente nel pavese, ha denunciato di essere stato vittima di un’aggressione all’interno del treno regionale Piacenza-Milano Greco Pirelli quando, prima di giungere alla stazione di Santo Stefano Lodigiano, un cittadino extracomunitario, dopo avergli conficcato un coltello nella mano, “spiombando” la porta di uscita del treno si sarebbe dileguato nei campi facendo perdere le proprie tracce.

Il capotreno aveva fornito una descrizione dettagliata dello straniero, così la sera stessa, presso la stazione ferroviaria di Lodi, è stato fermato un cittadino ghanese che corrispondeva all’identikit fornito dal capotreno.

Sebbene riconosciuto da quest’ultimo, lo straniero veniva rilasciato poiché, visionando le immagini dell’impianto di videosorveglianza, si è accertato che, al momento dell’apertura forzata delle porte, solo il capotreno era presente nel vestibolo e nessuna persona era balzata giù dal vagone.

Il ferroviere, convocato nei giorni successivi presso gli uffici della Polfer e della Squadra Mobile, ha confermato la sua versione iniziale ma, messo dagli investigatori dinanzi all’evidenza dei fatti, confessava di essersi ferito da solo all’interno del bagno del convoglio perché esasperato dalle aggressioni subìte in passato.