Vacanze solidali nelle zone terremotate del Centro Italia per 6 milioni di italiani


Coldiretti: “Segnale importante ma la situazione resta difficile”

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Il terremoto ha provocato 23 miliardi tra danni e costi. Il settore turistico è in difficoltà

AMATRICE – La grande solidarietà degli italiani nei confronti delle zone terremotate del Centro Italia non si ferma, a quasi un anno dalla prima forte scossa del 24 Agosto 2016.

Sono circa sei milioni, infatti, gli italiani che hanno deciso di fare visita alle aree colpite dal terremoto durante le vacanze estive. È quanto emerge da una indagine Coldiretti/Ixè diffusa in occasione dell’incontro con centinaia di agricoltori ad Amatrice (Rieti), distrutta dalla sequenza sismica ancora in atto nell’Italia centrale, per fare un bilancio sulla situazione nelle campagne, sulla ricostruzione, sul mercato e sulle produzioni.

A undici mesi di distanza dalle prime scosse emerge una decisa volontà di sostegno da parte degli italiani verso i territori devastati dal sisma. Il 32% dei turisti ha scelto di rimanere per 1 o 2 giorni, il 27% per 3 o 4 giorni, il 14% per 5 o 6 giorni il 16% per una settimana o più mentre l’11% senza pernottare.

“Un segnale importante – sottolinea la Coldiretti – che si è manifestato anche con dimostrazioni concrete di solidarietà da parte di clienti storici (e non) negli agriturismi e nelle altre strutture ricettive e di ristorazione”.

La situazione resta però difficile con le presenze che sono ben al di sotto degli anni precedenti il sisma. A pesare è l’abbandono forzato delle popolazioni, trasferite sulla costa che ha fatto venir meno la clientela, mettendo in grave difficoltà le aziende agricole che non hanno più un mercato locale per i propri prodotti.

“La ripresa dell’offerta turistica delle zone terremotate che fonda il suo successo sulle sinergie tra cultura, ambiente e qualità alimentare è importante per le campagne” spiega la Confederazione.

La maggioranza degli agriturismi colpiti si è attrezzata per la stagione estiva. Nei 131 comuni del cratere dei terremoti del 24 Agosto e del 26 e 30 Ottobre 2016, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Istat, operano 444 agriturismi dei quali 42 in Abruzzo, 40 nel Lazio, 247 nelle Marche e 115 in Umbria.

“Il ritorno dei turisti italiani e stranieri è essenziale per chi come gli agricoltori è rimasto a presidiare queste terre ferite”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo.

“Con l’auspicio che la ricostruzione vada di pari passo con la ripresa dell’economia che in queste zone significa soprattutto cibo e turismo” ha aggiunto.

Proprio per sostenere la ripresa in tale direzione agricoltori e allevatori, al prezzo di mille difficoltà e sacrifici, hanno lavorato duro per garantire la produzione della maggior parte delle tipicità delle zone terremotate. Sono 292mila ettari i terreni agricoli coltivati nei 131 comuni terremotati di Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo, soprattutto a seminativi e prati e pascoli, da imprese per la quasi totalità a gestione familiare (96,5%).

Quasi la metà del terreno agricolo per un totale di circa 140mila ettari è coltivato a seminativi: dal grano duro per la pasta all’orzo per la birra artigianale, dal farro all’avena, dai girasoli alle lenticchie e agli altri legumi.

Significativa la presenza di allevamenti con quasi 65 mila bovini, 40mila pecore e oltre 11mila maiali dai quali scaturisce anche un fiorente indotto agroindustriale con caseifici, salumifici e frantoi che garantiscono specialità di pregio famose in tutto il mondo.