Slow Food e Legambiente presentano la carta Bagno di Romagna


Slow Food Italia e Legambiente presentano la Carta di Bagno di Romagna per una gestione forestale sostenibile e consapevole.

«Sulla gestione delle foreste – dichiara Rossella Muroni, presidente nazionale di Legambiente – si svolge una sfida importante anche in relazione ai cambiamenti climatici. Le nostre foreste potrebbero infatti contribuire ancora di più, attraverso lo sviluppo di piani di adattamento, alla mitigazione di rischi legati al cambiamento climatico, grazie all’assorbimento delle emissioni di CO2, se venissero gestite in maniera migliore e se si definisse una chiara politica forestale nazionale che punti sulla qualità e la sostenibilità dei nostri boschi. Con la Carta di Bagno di Romagna vogliamo ripartire col definire una gestione sostenibile, coinvolgendo proprio chi conosce e vive in questi territori». «È più che mai urgente – conclude Sonia Chellini – riuscire a premiare la gestione sostenibile dei boschi riconoscendo alle comunità che se ne occupano tutti i giorni una serie di vantaggi economici, fiscali e politici, restituendo loro la dignità e il rispetto che si meritano». La superficie forestale nel nostro Paese ha raggiunto i 10,9 milioni di ettari ed è cresciuta di quasi il 6% rispetto al 2005. Negli ultimi trenta anni i boschi hanno conquistato oltre 3 milioni di ettari e oggi coprono un terzo della nostra penisola. Dati solo apparentemente positivi, perché il bosco sta conquistando terreni prima dediti alla coltivazione e oggi abbandonati, per cui è necessario un nuovo progetto culturale e politico che metta al centro la montagna, le aree interne e le condizioni di vita di questi territori e che sappia coniugare tutela dei boschi e attività agricola in generale. Per questo Slow Food Italia e Legambiente hanno promosso la Carta di Bagno di Romagna, presentata nell’ambito del progetto “Oltreterra – Nuova Economia per la montagna”, un’iniziativa sostenuta fattivamente dal Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, e nata da un’idea di Slow Food Italia con i suoi Stati Generali degli Appennini in collaborazione con Legambiente. L’obiettivo di Oltreterra è favorire nei territori del Parco tra Toscana ed Emilia Romagna lo sviluppo di forme di lavoro a basso impatto capaci di sostenere in montagna quelle persone che, da sempre, ne hanno fatto il proprio naturale luogo di vita. «I genitori e i nonni di chi oggi vive in montagna sostenevano le proprie famiglie grazie a quelle risorse – sicuramente povere – che la foresta e i magri coltivi erano in grado di fornire. Oggi dobbiamo tornare a valorizzare quel patrimonio forestale che si è generato negli anni grazie ad attente politiche di riforestazione che ci permettono di ragionare di una nuova economia forestale. Dobbiamo creare nuovi percorsi che possano portare a reddito le nostre foreste senza però incidere sulla sua complessiva importanza patrimoniale e naturale», commenta Sonia Chellini, vicepresidente di Slow Food Italia. «Ecco perché è fondamentale dar vita a nuovi progetti che permettano un recupero delle buone pratiche forestali e la valorizzazione dei luoghi». Valorizzare il ruolo delle foreste significa anche essere consapevoli di quanto queste siano importanti, non solo perché garanzia di efficace conservazione della biodiversità e per la produzione di legna e degli altri prodotti secondari, ma anche per la pluralità di servizi ecosistemici che offrono: costituiscono una componente fondamentale nell’equilibrio climatico globale, forniscono ossigeno, cibo, principi attivi farmaceutici e acqua dolce, contribuiscono alla produzione di energia rinnovabile fornendo ingenti quantitativi di biomassa e svolgono un importante funzione di prevenzione del rischio idrogeologico.