Ospedale Bambino Gesù pronto a ospitare il piccolo Charlie Gard


La presidente Enoc: “Avviate verifiche per un eventuale trasferimento del bambino”

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I genitori di Charlie Gard, il bambino affetto da una malattia genetica rarissima, la sindrome da deplezione del dna mitocondriale: solo 16 casi al mondo (foto Twitter)

ROMA – Potrebbe arrivare in Italia, all’ospedale Bambino Gesù di Roma, il piccolo Charlie Gard, il piccolo di 10 mesi affetto da una grave malattia genetica degenerativa e per il quale i genitori stanno combattendo da settimane una battaglia giudiziaria per evitare lo stop alle macchine che lo tengono in vita.

Dopo la decisione del Great Ormond Street Hospital di Londra, dove è ricoverato, di rinviare lo stop definitivo alle cure che significherebbe la morte del bambino, l’ospedale pediatrico del Vaticano si è detto disponibile ad ospitare Charlie.

Sul caso del neonato finora si sono espressi i tribunali britannici e la Corte europea dei diritti dell’uomo, che hanno deciso di interrompere le cure, considerate accanimento terapeutico.

I tentativi fatti finora dai genitori, che avrebbero voluto trasferire Charlie negli Stati Uniti per una terapia sperimentale finora sono stati inutili. Stesso discorso per la richiesta di portare a casa loro figlio: il nosocomio londinese ha concesso solo qualche giorno in più. La spina ai macchinari doveva infatti essere staccata sabato scorso.

Ieri il Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Greg Burke aveva sottolineato che “Papa Francesco segue con affetto e commozione la vicenda del piccolo Charlie Gard ed esprime la propria vicinanza ai suoi genitori. Per essi prega, auspicando che non si trascuri il loro desiderio di accompagnare e curare sino alla fine il proprio bimbo”.

Oggi il presidente americano Donald Trump su Twitter ha scritto un messaggio rivolto alla famiglia: “Se possiamo aiutare il piccolo #CharlieGard, come i nostri amici nel Regno Unito e il Papa, saremmo felici di farlo”.

Ora per la famiglia si aprono le porte del Bambino Gesù di Roma: “Ho chiesto al direttore sanitario di verificare con il Great Ormond Street Hospital se vi siano le condizioni sanitarie per un eventuale trasferimento presso il nostro ospedale. Sappiamo che il caso è disperato e che, a quanto risulta, non vi sono terapie efficaci” ha affermato la presidente Mariella Enoc.

“Siamo vicini ai genitori nella preghiera e, se questo è il loro desiderio, disponibili ad accogliere il loro bambino presso di noi, per il tempo che gli resterà da vivere. Difendere la vita umana, soprattutto quando è ferita dalla malattia, è un impegno d’amore che Dio affida ad ogni uomo” ha aggiunto.