Codacons lancia la prima class action per risarcimenti ai malati di gioco


Intanto la Corte Costituzionale riconosce agli enti locali il potere di intervento autonomo su sale slot e giochi

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Codacons attacca ancora il Governo e non solo sulla distanza minima delle sale da gioco rispetto a scuole ed edifici frequentati da minori

ROMA – Arriva la prima class action italiana contro il gioco d’azzardo e a promuoverla è il Codacons, che oggi ha dedicato un apposito convegno al tema.

“Il gioco d’azzardo è un’attività pericolosa e, come tale, chi la esercita deve dimostrare di avere adottato, ex art. 2050 c.c., tutte le misure necessarie ad evitare il danno. Danno che in questo caso è la dipendenza da gioco d’azzardo, riconosciuta dal Ministero della salute” spiega l’associazione dei consumatori.

“Uno dei tanti paradossi italiani è costituito dal Decreto Balduzzi, con cui si era stabilita una progressiva ricollocazione delle sale da gioco in modo da tenerle alla dovuta distanza dai luoghi c.d. sensibili (scuole, chiese, centri socio ricreativi ecc.) con l’obiettivo di scongiurare continui ulteriori stimoli al gioco. Tale norma, tuttavia, è rimasta inattuata, senza contare l’impossibilità di intervento sul gioco online, offerto 24 ore su 24 senza limiti spaziali e temporali” prosegue il Codacons.

In considerazione dei gravissimi danni prodotti dal gioco d’azzardo in Italia, l’associazione ha deciso di promuovere la prima class nel nostro Paese in favore dei giocatori che abbiano sviluppato forme di dipendenza e delle loro famiglie, finalizzata a far ottenere loro il risarcimento dei danni morali e materiali subiti. Azione che sarà intentata contro lo Stato per il colpevole immobilismo sul tema dimostrato finora, e contro i concessionari del settore giochi.

Intanto il Codacons rende nota una recentissima decisione della Corte Costituzionale dello scorso 11 Maggio che riconosce agli enti locali il potere di intervento autonomo sulle sale slot, indipendentemente dalle norme nazionali. Esprimendosi sulla legittimità costituzionale della legge della Regione Puglia 13 dicembre 2013, n. 43, recante “Contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo patologico (GAP)”, nella parte in cui vieta il rilascio dell’autorizzazione all’esercizio di sale da gioco e all’installazione di apparecchi da gioco nel caso di ubicazione a distanza inferiore a cinquecento metri pedonali dai luoghi cosiddetti “sensibili”, la Consulta ha ritenuto pienamente legittima la legge regionale, sia perché tesa a garantire la sicurezza e l’ordine pubblico, sia perché le norme nazionali in materia sono rimaste ad oggi inattuate.

Scrivono in proposito i giudici della Consulta (Giorgio LATTANZI, Rel. Franco MODUGNO):

La pianificazione prefigurata dalla disposizione statale invocata come norma interposta non è, peraltro, mai avvenuta, non essendo stato emanato, malgrado il tempo trascorso, il decreto interministeriale che doveva definirne i criteri. Il che rende l’intero meccanismo inoperante, non potendosi ritenere che la mancanza di detto decreto paralizzi sine die la competenza legislativa regionale […]Ma anche il procedimento previsto dal citato art. 1, comma 936, della legge n. 208 del 2015 non si è ad oggi ancora perfezionato […]

Il legislatore regionale è intervenuto per evitare la prossimità delle sale e degli apparecchi da gioco a determinati luoghi, ove si radunano soggetti ritenuti psicologicamente più esposti all’illusione di conseguire vincite e facili guadagni e, quindi, al rischio di cadere vittime della “dipendenza da gioco d’azzardo”: fenomeno da tempo riconosciuto come vero e proprio disturbo del comportamento, assimilabile, per certi versi, alla tossicodipendenza e all’alcoolismo. Alla luce delle considerazioni che precedono, le questioni vanno dichiarate, dunque, entrambe non fondate”.

Sulla questione è intervenuto anche il sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta.

Il Sottosegretario ha infatti smentito qualsiasi possibile limitazione al potere degli enti locali in merito alle aperture e agli orari di esercizio delle sale da gioco. Intervenendo al convegno del Codacons, Baretta ha specificato in modo chiaro e netto come i Comuni, in presenza di determinate situazioni e di concerto con Prefetti e Polizia locale, potranno adottare in totale autonomia misure restrittive in tema di gioco d’azzardo, con particolare riferimento ad aperture , orari di esercizio ed ubicazione delle sale slot. Tutto ciò in piena collaborazione con lo Stato e nel rispetto di una più ampia programmazione generale, anche per evitare che le sale siano eliminate solo dai centri delle città con concentrazioni massicce nelle periferie.

“Questo perché – ha spiegato il Sottosegretario – solo gli enti locali conoscono in modo specifico i problemi e le situazioni proprie del territorio, e possono adottare i provvedimenti più adatti caso per caso. Sono stati inoltre promessi interventi anche contro le pubblicità al gioco”.

“Le affermazioni di Baretta sono particolarmente importanti perché finora era emersa l’intenzione del Governo di andare nella direzione diametralmente opposta, ossia quella di privare i comuni dei poteri di intervento in tema di giochi” commenta il presidente del Codacons, Carlo Rienzi.