No vegan alla riscossa: il 95% degli italiani mangia carne


Lo rivela un’indagine Coldiretti/Ixè: il consumo medio annuo è di 79kg a testa

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Un “tutor della carne”, l’esperto di Campagna Amica Coldiretti che è in grado di dire quali sono i tagli migliori per preparare la carne alla griglia

ROMA – Il popolo dei No Vegan può contare sul 95%degli italiani che mangia carne nonostante le fake news, gli allarmismi infondati, le provocazioni e le campagne diffamatorie. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti/Ixè su “Il popolo dei No Vegan” che non rinuncia ad un alimento determinante per la salute e che fa parte a pieno titolo della dieta mediterranea, alla quale apporta l’indispensabile contributo proteico.

Oltre ad aver lanciato l’hashtag #NoVeganAllaRiscossa, l’indagine mette in luce che il 18% degli italiani ne porta in tavola meno di 100 grammi alla settimana, il 45% dai 100 ai 200 grammi e il 24% tra i 200 ed i 400 grammi.

A livello nazionale il consumo di carne risulta equilibrato e ben al di sotto del limite di 500 grammi alla settimana consigliato dall’ Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

“Non è quindi un caso – sottolinea la Coldiretti – che l’Italia abbia conquistato nel 2017 il primo posto come Paese più sano al mondo secondo la classifica Bloomberg Global Health Index che analizza le condizioni di salute di 163 Nazioni”.

Il consumo medio annuo in Italia di carne (pollo, suino, bovino, ovino) è di 79 chilogrammi pro-capite, tra i più bassi in Europa: i danesi sono a 109,8 chilogrammi, i portoghesi 101 chilogrammi, gli spagnoli 99,5 chilogrammi, i francesi e i tedeschi 85,8 e 86 chilogrammi.

“E la situazione – precisa la Coldiretti – non cambia se il confronto viene fatto a livello internazionale da cui emerge che il consumo apparente degli statunitensi – sottolinea la Coldiretti – è superiore a quello italiano addirittura del 60% e quello degli australiani del 54%”.

Le fake news danneggiano la carne made in Italy

Nel primo trimestre del 2017 i consumi di carne sono calati del 3,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, secondo un’analisi Coldiretti su dati Ismea, anche a causa delle fake news su questo cibo che hanno certamente contribuito a creare un clima di diffidenza che però non trova reali giustificazioni nel nostro Paese.

Non esiste peraltro nessuno studio che provi che mangiare carne anche in piccole quantità sia dannoso per la salute, secondo la Coldiretti. Al contrario, i vantaggi di una dieta completa che la includa sono scientificamente indiscussi e si sono verificati ripetuti casi di ricoveri di bambini per denutrizione a seguito di una dieta vegana.

“La carne – sostiene la Confederazione – è come una barretta energetica ricca di nutrienti ad alto assorbimento, che fornisce nell’immediato tanti elementi necessari alla crescita, allo sviluppo, al mantenimento, alla difesa e alla riparazione del nostro corpo, che nessun altro alimento da solo è in grado di dare.

“Serve educazione e buon senso, ma soprattutto rispetto per tutti i diversi stili alimentari ai quali l’agricoltura italiana può offrire grandi opportunità di scelta grazie ai primati conquistati nella qualità e nella biodiversità”, ha affermato il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo.

“Dietro ad una bistecca italiana c’è una garanzia di livelli di sicurezza e qualità superiore grazie al sistema di controlli realizzato dalla rete di veterinari più estesa d’Europa”.

Ai No Vegan piace la carne “DOC”

Vola infatti il consumo della bistecca “DOC” con un balzo del 52% nel numero di animali di razze storiche italiane allevati negli ultimi 15 anni sulla base delle iscrizioni al libro genealogico. L’indagine sul popolo dei No Vegan, infatti, è stata affiancata dalla presentazione dell’Igp dei “Vitelloni Piemontesi della Coscia” dopo il via libera ufficiale da parte dell’Unione Europea al riconoscimento come Indicazione Geografica Protetta.

La domanda di qualità e di garanzia dell’origine ha portato ad un vero boom nell’allevamento delle razze storiche italiane da carne che, dopo aver rischiato l’estinzione, sono tornate a ripopolare le campagne dagli Appennini alle Alpi.

La razza piemontese nel 2016 è la più diffusa e può contare su ben 276mila capi mentre sono oltre 51mila quelli di razza marchigiana, quasi 45mila di chianina, 12mila romagnola, 10mila maremmana e 32mila podolica per un totale di circa oltre 415mila animali allevati. Un patrimonio consolidato anche grazie a iniziative di valorizzazione messe in campo dagli allevatori, con l’adozione di forme di alimentazione controllata, disciplinari di allevamento restrittivi, sistemi di rintracciabilità elettronica e forme di vendita diretta della carne da parte degli allevatori attraverso le fattorie e i mercati di Campagna Amica.

Il risultato è una vera rivoluzione nell’offerta di carne in Italia che si estende dalle macellerie ai supermercati, dallo street food alle hamburgherie, fino all’arrivo della carta delle carni nei menu proposti dai ristoranti più prestigiosi. La conoscenza delle caratteristiche specifiche dei diversi tipi di carne è diventato un valore aggiunto che arricchisce l’offerta enogastronomica nella ristorazione e nelle case. Una decisa svolta verso la qualità con il 45% degli italiani che privilegia quella proveniente da allevamenti italiani, il 29% sceglie carni locali e il 20% quella con marchio Dop, Igp o con altre certificazioni di origine.

D’estate grigliata per otto italiani su dieci

Oltre otto famiglie italiane su dieci (81%) colgono l’occasione dell’arrivo della bella stagione per partecipare alle tradizionali grigliate, con una netta prevalenza della carne, al mare, in montagna, nei parchi, in campagna o nelle case dotate di spazi adeguati. Per avere un ottimo risultato dalla cottura con il barbecue il segreto di base è quello di ricorrere a materie prime di qualità, molto meglio se Made in Italy, che garantiscono freschezza e genuinità.

I tagli di carni bovine italiane, a partire da quelli delle razze storiche come Piemontese, Chianina, Maremmana, Marchigiana, Podolica e Romagnola sono perfetti per essere arrostiti alla griglia, ma anche la braciola di maiale e le salsicce di suino italiano hanno caratteristiche qualitative inappuntabili.

Un po’ di pazienza in più occorre per cuocere il pollo alla griglia. Occorrono dai 40 ai 60 minuti anche se si ricorre allo stratagemma di aprire e schiacciare il volatile. Anche la carne di coniglio dà ottime performance sulla griglia.

Da preferire sono i quarti posteriori (cosce e sella divisi per il lungo). Se si apprezza il gusto di questo tipo di carne particolarmente delicata non è necessario marinarla o trattarla in alcun modo prima della cottura. Altrimenti, per togliere un po’ il gusto di selvatico, si può preparare un “salmoriglio”, unendo in una ciotola olio extravergine d’oliva, sale, aglio, abbondante origano e succo di limone e spennellare 30-45 minuti durante la cottura. E il popolo No Vegan è in estasi.