Tumori femminili: il laser per combattere l’atrofia vaginale


“Problema importante per le donne colpite da cancro”

ROMA – Spessore del collagene triplicato grazie all’utilizzo del laser, con risultati davvero soddisfacenti anche dopo un anno e mezzo certificati dalle biopsie: questo il risultato dello studio tutto italiano appena pubblicato sulla rivista Journal of Cancer Therapy e discusso all’ASCO, il più importante Congresso mondiale di oncologia in corso a Chicago fino al 6 giugno.

Nel 2016, nel nostro Paese sono stati diagnosticati 50.200 nuovi casi di cancro del seno

“Si tratta di un lavoro scientifico importante, promosso all’Ospedale Cannizzaro di Catania dal prof. Paolo Scollo – commenta il prof. Francesco Cognetti, presidente della Fondazione Insieme Contro il Cancro – perché per la prima volta si trova una soluzione efficace al problema dell’atrofia vaginale in donne con tumore. Nel 2016, nel nostro Paese sono stati diagnosticati 50.200 nuovi casi di cancro del seno, 8.200 del corpo dell’utero e 5.200 dell’ovaio. Disturbi come atrofia vaginale, incontinenza, difficoltà o impossibilità di avere rapporti sessuali sono conseguenze frequenti nel trattamento dei tumori femminili con ormonoterapia, chemioterapie e radioterapia. Oggi, per queste forme di tumore stiamo riuscendo a parlare di cronicizzazione, per cui è normale occuparci anche di migliorare la qualità di vita delle pazienti, un tema molto forte in questa edizione dell’ASCO. Si stanno moltiplicando, infatti, i lavori dei colleghi americani su aspetti come ripristino della sessualità, preservazione della fertilità, lotta alla astenia. Il nostro Paese è all’avanguardia nel contrasto all’atrofia, grazie alla campagna nazionale ‘Femilift, per la qualità della vita della paziente oncologica’, presentato nel marzo scorso al Ministero della Salute. Ben il 70% delle donne con tumore del seno va incontro ad atrofia vaginale in seguito alle terapie ormonali utilizzate per combattere la malattia. E il problema interessa tutte le pazienti operate per cancro dell’ovaio proprio a causa della rimozione dell’organo. Un disturbo che può avere un impatto negativo sulla qualità di vita: i rapporti sessuali diventano impossibili e le difficoltà nella minzione spesso compromettono le relazioni sociali. Anche la chemioterapia e la radioterapia possono determinare queste condizioni, purtroppo sottostimate. Sia i clinici che le pazienti devono migliorare la comunicazione su questi aspetti”.

Lo studio

Lo studio ha coinvolto 33 pazienti oncologiche, sottoposte a trattamento laser CO2 per stimolare il collagene. Si è visto che il collagene riacquista la capacità di produrre muco, la vagina torna all’elasticità originaria e ad essere lubrificata come prima della malattia. Si è utilizzato un tipo particolare di sonda più piccola rispetto a quella usata per le ecografie endovaginali. Le donne sono state sottoposte a tre sedute, una al mese, di circa dieci minuti. “Con risultati molto rilevanti – aggiunge il prof. Cognetti – che ci permettono di disporre di un nuovo importante strumento terapeutico. Fino ad oggi, infatti, le uniche terapie disponibili erano rappresentate dai trattamenti ormonali, non utilizzabili dalle donne che hanno avuto diagnosi di tumore per l’alto rischio di favorire la ricomparsa della malattia e da gel lubrificanti che però hanno una efficacia solo a breve termine. La pubblicazione del lavoro su Journal of Cancer Therapy rappresenta un passaggio importante perché si possa sviluppare anche fra gli oncologi una maggiore attenzione verso temi che il paziente sente molto ma che fino ad oggi sono stati poco discussi e affrontati: solo il 10% infatti ne parla col medico”.