Migranti Film Festival impronta internazionale della gastronomia diventa concorso


Carlo Petrini, Slow Food
Carlo Petrini

Petrini: « Senza il coinvolgimento della comunità non c’è ospitalità»

Migranti Film Festival: un luogo d’incontro per costruire la cultura dell’accoglienza. In poco tempo, grazie al passaparola tra gli addetti ai lavori, sono giunti a Pollenzo 2509 film da 113 paesi, di cui 174 italiani. Questa è la sintesi numerica del Migranti Film Festival, organizzato dall’Università di Scienze Gastronomiche in collaborazione con Slow Food e la Città di Bra, parte del progetto MigrArti del MIBACT, e con il sostegno di NovaCoop e della Fondazione CRC, che si svolgerà dal 10 al 12 giugno a Pollenzo (Cn), e presentato oggi all’Associazione Stampa Estera di Roma.«Il Migranti Film Festival di Pollenzo nasce da un’esigenza degli studenti dell’Università di Scienze Gastronomiche, che da sempre ha una forte impronta internazionale e punta su una visione olistica della gastronomia. La formazione degli studenti si rafforza grazie all’esperienza dei viaggi didattici, raccontati attraverso le tecniche filmiche. Gli studenti volevano raccontare la relazione che instaurano con l’altro. E i film sono uno strumento fondamentale di confronto», racconta Dario Leone, direttore artistico della rassegna e del Laboratorio Cinema UNISG, presentando l’essenza della manifestazione.

«Abbiamo voluto sostenere questo progetto all’interno del più ampio MigrArti perché finalmente parliamo di migrazioni dal punto di vista culturale e non solo come emergenza sociale», esordisce Paolo Masini, capofila del progetto MigrArti del MIBACT e fiero sostenitore del festival.

«Credo sia importante che un’università come quella di Scienze Gastronomica ponga l’accento sul tema dei migranti perché c’è una forte interconnessione tra cibo e migrazione. Dobbiamo metterci in testa che l’emigrazione non è un’emergenza, è la caratteristica del nostro Secolo. Un dato su tutti: oggi le spese di respingimento hanno superato quelle dell’accoglienza». Così inquadra il festival Luciana Castellina, scrittrice e intellettuale, che aggiunge: «L’Europa non si è occupata del Mediterraneo. È stata costruita tutta arrampicata a Nord, come se i paesi che si affacciano sul Mare Nostrum fossero insignificanti. Ma, come disse Predrag Matvejević, l’Europa senza Mediterraneo è come un adulto senza infanzia, non può essere altro che un mostro».

Le fa eco un altro membro della giuria, il regista Francesco Amato: «La nostra è una generazione cresciuta misurandosi con la sfida della convivenza, con l’idea di un’Europa unita, un sentimento (tradito) che ci animava sin da ragazzi. Ora siamo una generazione che deve fare i conti con un senso di smarrimento, diversamente dai nostri sogni per il futuro». Chiude questo incontro Carlo Petrini, presidente di Slow Food e fondatore dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo: «Sono orgoglioso di questi nostri ragazzi e sono convinto che potranno cambiare questo mondo. Pensate che in due mesi e con solo 20mila euro sono riusciti a dare vita a un festival di questa portata, che ha una valenza politica oltre che estetica, come dimostra anche la risposta di una straordinaria giuria. La volontà di questo festival è affiancare a film belli ed emotivamente coinvolgenti un messaggio politico. I fenomeni migratori non vanno governati, ma accompagnati. Non ha senso rigenerare vecchi hotel e trasformarli in strutture di accoglienza, è evidente l’intento del profitto. Senza il coinvolgimento della comunità non c’è ospitalità».

I film in concorso al Migranti Film Festival sono stati selezionati da una giuria d’eccezione, che ha sposato l’intento del festival e il grande lavoro degli studenti. Una giuria che, come ha detto Francesco Amato: «Fa invidia a quella di Cannes».

La giuria che premierà la migliore opera nella categoria “Lungometraggi” è presieduta da Giorgio Diritti e composta da Gianni Amelio, Alberto Barbera, Luciana Castellina, Paola Farinetti, Enrico Magrelli, Maurizio Molinari, Liborio Termine, Alice Waters, Cheikna Thiam (studente UNISG dal Senegal). Il primo classificato riceverà un premio di 1000 euro, intitolato alla memoria di Gianmaria Testa.

La giuria del Migranti Film Festival che premierà la migliore opera nella categoria “Cortometraggi” è presieduta da Emanuele Crialese e composta da Francesco Amato, Victoria Cabello, Lella Costa, Jacopo Fo, Dieter Kosslick, Isabella Rossellini, Gabriele Salvatores, Ali Haidar Alsharani (studente UNISG dalla Siria). Il primo classificato riceverà un premio di 500 euro, intitolato alla memoria di Dario Fo.

È inoltre previsto uno spazio informale, il Migrant’s Corner, dove i migranti, le associazioni, gli enti locali e le realtà che operano nel sociale possono raccontare esperienze diverse di accoglienza, progetti e iniziative passate, attuali e future.