Tra Medio Oriente e Nord Africa 29 milioni di bambini vivono in povertà


I dati di uno studio UNICEF condotto in undici Paesi dell’area MENA

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in Yemen nell’ultimo anno di guerra 1572 minorenni sono stati reclutati per combattere (foto Unicef)

RABAT – Sono 29 milioni i bambini di undici Paesi di Medio Oriente e Nord Africa senza istruzione di base, abitazioni adeguate, cibo nutriente, servizi sanitari di qualità, acqua sicura, servizi igienico-sanitari e accesso alle informazioni.

È il dato allarmante che arriva da un recente studio dell’UNICEF su 11 Paesi (Algeria, Unione delle Comore, Egitto, Iraq, Giordania, Mauritania, Marocco, Stato di Palestina, Sudan, Tunisia e Yemen) in cui vivono oltre i tre quarti della popolazione della regione del Medio Oriente e Nord Africa.

La povertà ha conseguenze per almeno un bambino su 4 nell’area in questione, secondo lo studio dell’UNICEF.

Ecco, di seguito, gli altri risultati principali:

  • La mancanza di istruzione è stata identificata come uno dei fattori chiave di diseguaglianza e povertà per i bambini. I bambini che vivono in famiglie i cui membri non hanno ricevuto un’istruzione hanno il doppio delle probabilità di vivere in povertà. Un quarto dei bambini tra i 5 e i 17 anni non sono iscritti a scuola o sono due anni indietro.
  • Circa la metà di tutti i bambini vive in case non adeguate senza pavimentazione e sovraffollate.
  • Circa la metà di tutti i bambini non è completamente vaccinata o è nata da madri che non avevano ricevuto cure prenatali adeguate o assistenza alla nascita.
  • 1 bambino su 5 è costretto a camminare per oltre 30 minuti per raccogliere acqua o beve acqua non sicura. Oltre un terzo dei bambini vive in case senza acqua dai rubinetti.

“La povertà infantile va ben oltre il reddito della famiglia: riguarda l’accesso ad un’istruzione di qualità, a cure mediche, a una casa, ad acqua sicura. Quando i bambini sono deprivati dei servizi di base, rischiano di rimanere intrappolati nel circolo vizioso della povertà” ha dichiarato Geert Cappelaere, Direttore Regionale dell’UNICEF per il Medio Oriente e il Nord Africa (MENA), in occasione di una conferenza regionale sulla povertà, a Rabat in Marocco.

Per la prima volta, nella regione, sono state aggregate informazioni di livello nazionale sulla povertà infantile. Mentre nella maggior parte dei Paesi sono stati fatti importanti progressi per ridurre la povertà, il numero dei bambini che vivono in condizioni di miseria continua ad essere alto.

In particolare sono i Paesi colpiti da conflitti a far registrare una rapida regressione dei risultati conseguiti negli ultimi decenni.

Le sfide più importanti riguardano la misurazione dell’impatto della povertà sui bambini e l’intraprendere azioni collettive per ridurre la povertà. I Paesi citati dall’UNICEF non raccolgono costantemente dati sulla povertà mentre le attuali e diffuse violenze e gli sfollamenti rendono estremamente difficile raccogliere dati.

“Tornare ad investire sui bambini più vulnerabili adesso, significa avere una regione più prospera e in pace in futuro”, ha continuano Cappelaere. “Richiede leadership vere e investimenti coraggiosi pubblici e privati da parte dei Governi, della società civile, del settore privato, delle singole persone e della comunità internazionale” ha concluso.