Si mette in moto la cabina di regia per contrastare la dispersione scolastica


Entro Luglio sarà prodotto un documento operativo. La ministra Fedeli: “Combattere la povertà educativa è la base per combattere le altre povertà”

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L’obiettivo entro il 2020 è portare la dispersione scolastica al 10%

ROMA – Ha iniziato ad operare la cabina di regia per combattere la dispersione scolastica istituita al Ministero dell’Istruzione. Ad aprire i lavori è stata la ministra Valeria Fedeli, che presiede la cabina di regia composta da rappresentanti del Miur, dell’Associazione dei Comuni Italiani (ANCI), dell’Unione delle Province (UPI), delle Regioni, del Ministero del Lavoro e da tre esperti individuati dalla ministra che sono Marco Rossi Doria (coordinatore in assenza della Fedeli), Anna Serafini e Marco Giovannini.

“Combattere la povertà educativa è la base per combattere le altre povertà: da lì partono le disuguaglianze, così come le opportunità” ha affermato Fedeli. “Entro Luglio la cabina di regia produrrà un documento operativo. La riduzione delle diseguaglianze è un diritto da garantire alle nostre ragazze e ai nostri ragazzi, un beneficio per ciascuna e ciascuno e per la società nel suo complesso” ha sottolineato la ministra.

“Su questo fronte servono interventi sistemici e di lungo termine, una metodologia d’azione condivisa e partecipata con un forte coinvolgimento dal basso che metta al centro le studentesse e gli studenti, le docenti e i docenti, le famiglie. Dobbiamo contrastare la dispersione scolastica e creare opportunità per chi abbandona i percorsi di istruzione” ha aggiunto.

A livello europeo quando si parla di dispersione scolastica l’indicatore utilizzato per la quantificazione del fenomeno è quello degli early leaving from education and training (ELET) con cui si prende a riferimento la quota dei giovani tra i 18 e i 24 anni d’età con al più il titolo di scuola secondaria di I grado, o una qualifica di durata non superiore ai 2 anni, e non più in formazione. La strategia di miglioramento Europa2020 prevede che l’Italia porti la quota degli abbandoni precoci al 10%. Nel 2006 questa quota era pari al 20,8%, nel 2015 al 14,7%.