L’attaccamento degli europei alla UE torna ai livelli pre crisi


Appartenere all’Unione è positivo per un numero crescente di cittadini secondo l’ultimo Eurobarometro

unione europea cittadini
In Italia solo il 20% dei cittadini pensa che la propria opinione conti per quel che riguarda le decisioni a livello europeo

BRUXELLES – Secondo un numero crescente di cittadini europei, appartenere alla UE è un fatto positivo. Questo il dato significativo che emerge dall’ultimo Eurobarometro pubblicato dal Parlamento europeo. In pratica, l’attaccamento all’Unione europea ha raggiunto nuovamente i livelli pre-crisi registrati nel 2007.

Per il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, “i risultati dell’ultimo sondaggio sull’attitudine dei cittadini europei nei confronti della UE sono, per la prima volta dall’inizio della crisi economica nel 2007, molto incoraggianti”.

“Dimostrano che gli europei vogliono che la UE risponda con una voce sola ai timori e alle turbolenze internazionali che hanno reso il mondo in cui viviamo più incerto e pericoloso” aggiunge Tajani.

“Sta a noi leader politici dimostrare che hanno ragione a riporre in noi la loro fiducia. Dobbiamo, con il nostro lavoro quotidiano e con le nostre decisioni, convincerli che l’Unione europea può sia proteggerli che rendere la loro vita migliore” conclude.

I dati dell’Eurobarometro

Le cifre mostrano come essere membri UE sia una cosa positiva per il 57% degli europei (+4% rispetto all’ultimo sondaggio di settembre 2016 e quasi allo stesso livello del 2007, quando a esprimersi positivamente erano stati il 58% degli intervistati). Le percentuali, ovviamente, variano significativamente da Paese a Paese. Per l’Italia, pur sotto la media UE, si registra un aumento di risposte positive sull’attaccamento all’Unione, con 7 punti percentuali in più rispetto all’anno scorso (48%).

L’Eurobarometro mostra anche come c’è bisogno di più Europa per combattere terrorismo, disoccupazione ed evasione fiscale. Per il 73% degli intervistati reagire con una risposta comune europea ai recenti eventi geopolitici globali come la crescente instabilità nei Paesi arabi, la sempre maggiore influenza della Russia e della Cina, la Brexit e l’elezione di Donald Trump è più auspicabile che avere una reazione Paese per Paese.

La maggioranza dei cittadini europei vuole che la UE faccia di più per rispondere a sfide quali la lotta al terrorismo (80%) e alla disoccupazione (78%), la protezione dell’ambiente (75%) e il contrasto all’evasione fiscale (74%).

Secondo una larga maggioranza degli intervistati italiani, invece, ci sarebbe bisogno di un maggior intervento da parte dell’Unione europea su migrazione (80%), politica di sicurezza e difesa (74%), politica economica (68%), agricoltura (65%) e politica industriale (64%).

Il 43% degli europei pensa che la propria voce conti a livello di UE, un record dal 2007 a oggi, e 6 punti percentuali in più rispetto al 2016. Se invece si analizza quanto gli intervistati pensino che la propria voce conti nel proprio Paese, sei europei su dieci rispondono positivamente (più 10% rispetto allo scorso anno).

In Italia, solo il 36% degli intervistati ha risposto positivamente, al di sotto della media dell’Unione, ma con 11 punti percentuali in più rispetto all’anno passato.

Infine, la stragrande maggioranza degli europei pensa che le diseguaglianze fra classi sociali siano significative e un terzo degli intervistati dubita che riusciremo a lasciarci la crisi alle spalle nei prossimi anni.