Lo Stato fa affari d’oro con il gioco: nel 2016 oltre 11 miliardi all’Erario


La spesa totale degli italiani ammonta a 19 miliardi (+11,5%): in crescita slot, Vlt e scommesse sportive

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Nel 2016 cresce a 10,4 miliardi (+11,8%) la spesa degli italiani per slot e Vlt

ROMA – Nel giorno in cui il Consiglio dei Ministri approva il Def, per lo Stato arriva la conferma che il settore del gioco d’azzardo è una gallina dalle uova d’oro.

Dalle slot alle lotteria, l’Erario continua a fare affari d’oro per un totale di 11,3 miliardi di euro incassati nel 2016. Il dato è contenuto nel Libro Blu dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, diffuso oggi.

Come riferisce Agipronews, considerando il gettito proveniente dalla spesa degli italiani (pari a 19 miliardi, in crescita dell’11,5% rispetto al 2015), la somma delle voci finite allo Stato è di 11,3 miliardi di euro.

Nel dettaglio, ai 10 miliardi e 75 milioni che affluiscono dalle varie tipologie di gioco bisogna aggiungere 397 milioni riguardanti tre voci: il prelievo sui conti dormienti, l’imposta del 6% sulle vincite (la cosiddetta “tassa sulla fortuna”) e il recupero della tassa sulla filiera slot da 500 milioni (prevista per i concessionari dalla Legge di Stabilità 2015 e poi abrogata) “pari complessivamente a: 324 Mln per il 2014 ,372 Mln per il 2015 e 397 Mln per il 2016”.

Si arriva così a un totale di 10 miliardi e 472 milioni. Ma non basta: a questo importo devono essere aggiunti i canoni concessori, che affluiscono direttamente al Bilancio dello Stato, pari a circa 200 milioni e il versamento di due delle tre rate dovute dal consorzio guidato da Lottomatica per l’aggiudicazione della gara del Lotto, pari a 600 milioni. In tutto, dunque, si arriva a 11 miliardi e 272 milioni.

Se le casse statali sono rimpinguate dal gioco molto dipende anche dall’enorme aumento della spesa degli italiani per i giochi pubblici, che nel 2016 è stata di 19 miliardi di euro, in crescita dell’11,5% rispetto al 2015. Le vincite totali (su una raccolta totale da 95,9 miliardi, +8,7%), riporta Agipronews, sono state di 76,9 miliardi (+8%).

Allo Stato più della metà dei ricavi

Il vero “boom” dei giochi è nelle vincite restituite agli italiani e i vantaggi maggiori sono per lo Stato. È in sintesi il quadro che viene fuori dall’analisi dei dati del settore nel periodo compreso tra il 2006 e il 2016, come risulta da un documento messo a disposizione dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.

Nel 2006, riferisce Agipronews, le vincite erano di oltre 22,7 miliardi, nell’ultimo anno sono stati redistribuiti ai giocatori 76,9 miliardi, la crescita percentuale è del 237,8%. Un tasso di crescita che si spiega con l’introduzione nel corso degli anni di giochi a pay out più elevato, per sottrarre terreno al gioco illegale: nel 2006 la percentuale media di vincita era del 65,6%, dal 2012 a oggi si è stabilizzata intorno all’80%.

Un cambio di prospettiva accompagnato in molti casi da una modifica sostanziale, considerando cioè come base su cui calcolare le tasse non più il volume di gioco complessivo, ma la spesa effettiva al netto delle vincite pagate – in pratica i ricavi lordi degli operatori.

Calcolando l’incidenza del prelievo erariale proprio su quest’ultimo dato, la percentuale per le casse dello Stato resta stabile e comunque superiore alla metà di quanto resta agli operatori del settore: nel 2006 era del 56,4%, nell’ultimo anno è stata del 53,8%. L’anno meno “fortunato” per le casse erariali è stato il 2011: su una spesa totale da 18,1 miliardi, “appena” 8,6 sono andati allo Stato, con un margine per gli operatori da 9,5 miliardi.

Slot e scommesse sportive fanno registrare aumenti a doppia cifra

In particolare cresce a 10,4 miliardi (+11,8%) la spesa degli italiani per slot e Vlt, con una quota erariale da 5,9 miliardi (+31%), mentre le vincite complessive sono state di 39,2 miliardi (+1%).

Nella divisione per tipo di apparecchi, il dato sulle slot è di 7,5 miliardi (+12%) con 4,6 miliardi per l’erario (+36,5%). Sulle Vlt – le macchine con jackpot fino a mezzo milione di euro – la spesa sfiora i 2,8 miliardi (+3,9%) con una quota erariale da 1,3 miliardi (+14,5%), poco più di 200 milioni sono la spesa su altri apparecchi senza vincita in denaro, con 19 milioni destinati allo Stato.

Sfiora invece il miliardo di euro la spesa degli italiani per le scommesse sportive nel 2016 con il dato preciso di 939 milioni in crescita del 19,6% sul 2015. Allo stesso tempo è boom per le vincite: circa 6,6 miliardi, il 36,6% in più, merito anche della tassazione sul margine (gli operatori pagano il prelievo al netto delle vincite pagate), che contestualmente porta per l’Erario un gettito da circa 190 milioni di euro (-6,9%).