“L’urlo di Munch? È un film di Dario Argento”: italiani e cultura, rapporto da incubo


Metà degli italiani bocciata: tra chi crede che il “Cristo Velato” sia un crocifisso e “Amore e Psiche” un libro di psicologia

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La causa principale di queste gaffe è la scarsa propensione alla lettura

ROMA – I Promessi Sposi scritti da Giovanni Boccaccio, l’urlo di Munch come ultima fatica dietro alla macchina da presa di Dario Argento e il “Cenacolo” Da Vinci spostato a Roma, vicino al Colosseo.

Gaffe e strafalcioni del genere sono l’esempio del rapporto da incubo tra metà degli italiani e la cultura. Non a caso la classifica Ipsos Mori ha inserito l’Italia nella top 10 dei Paesi più ignoranti del globo, l’unica insieme al Belgio nell’Unione Europea.

Un italiano su due (52%) si scopre infatti “ignorante” in materia culturale secondo un’indagine diffusa in occasione del 5° anniversario dalla fondazione di Libreriamo, la più grande community digitale dedicata alla cultura in Italia.

Ma per quale motivo gli italiani non conoscono la storia dell’arte o la letteratura? Secondo gli esperti la causa principale è la scarsa propensione alla lettura (68%) che mette con le spalle al muro i connazionali, incapaci di immagazzinare informazioni approfondite nel lungo periodo.

Non a caso l’Ocse (Organizzazione di cooperazione e sviluppo economico) ha definito di recente cinque livelli di alfabetizzazione: analfabetismo totale, livello minimo ma insufficiente di comprensione/scrittura e successivi tre livelli di crescente capacità di comprensione. L’Italia è stata collocata sotto i primi due livelli, guadagnandosi l’ultimo posto della classifica, insieme alla Spagna.

Le gaffe più clamorose

Ma a fronte di questi dati, quali sono gli strafalcioni più clamorosi che commettono gli italiani nel campo culturale? Essere convinti che il “Cristo Velato” di Napoli sia un quadro (36%), che il “Cenacolo” sia stato dipinto da Michelangelo (32%) e che “L’Urlo di Munch” sia un film di Dario Argento (16%) sono solo alcune delle gaffe più clamorose.

“I dati raccolti sono preoccupanti – afferma Saro Trovato, sociologo e fondatore di Libreriamo -. Il fatto che l’italiano-medio non sappia riconoscere una poesia di Ungaretti o una dramma di Shakespeare è sintomo di scarsa predisposizione allo studio dell’arte e della letteratura”.

“Leggere in questi casi è molto importante, ma come confermano ogni anno i dati dell’Istat, sono pochissimi gli italiani che leggono regolarmente e questo è una delle cause dell’ “ignoranza” dei nostri connazionali. L’Italia offre un patrimonio culturale che non ha eguali nel mondo e dovremmo iniziare a sfruttarlo e ad apprezzarlo di più” aggiunge.

“Con Libreriamo da 5 anni cerchiamo di rendere la lettura meno elitaria ed avvicinare più persone ai libri ed alla cultura, perché solo da una maggiore sensibilità può svilupparsi un maggior senso civico nella gente”.

Gli italiani leggono poco e…si vede

Ad avvalorare i dati dell’indagine promossa da Libreriamo, che vede la scarsa propensione alla lettura come principale fonte di ignoranza in tema di cultura in Italia, sono i recenti dati diramati dall’Istat.

I “lettori forti”, cioè le persone che leggono in media almeno un libro al mese, sono il 13,7%, mentre quasi un lettore su due (45,5%) si conferma “lettore debole”, avendo letto non più di tre libri in un anno. Questo compromette considerevolmente la cultura dell’italiano-medio, al quale non basta prendere informazioni dalla rete. Ma se leggere poco fa male, le altre cause della grave disinformazione culturale, soprattutto tra i giovani, la scarsa propensione nel seguire programmi culturali in televisione (58%) e l’indifferenza per musei e opere d’arte (47%).

Nella letteratura le idee sembrano essere veramente confuse. Secondo il 34% degli italiani i “Promessi Sposi” sono stati scritti da Alessandro Manzoni e fino qui tutto scorre. Ma il problema si pone quando il 38% dei connazionali crede che sia stato Giovanni Boccaccio a dare vita a Don Abbondio e Don Rodrigo. Ma chi avrà mai scritto “Amleto” invece, una delle tragedie shakespeariane più conosciute in tutto il mondo? Gli italiani credono sia stato Dante (21%) o Giacomo Leopardi (17%), lasciando in coda un certo Shakespeare (15%) al quale viene non viene riconosciuto nemmeno “Macbeth”, scritto da Manzoni (18%).

E se la Fattoria degli Animali di Orwell è stata un’idea di Giacomo Leopardi (13%), per “Il fu Mattia Pascal” di Pirandello bisogna ringraziare Montale (15%). Ma cercando di affrontare un tema più attuale, chi ha inventato il Commissario Montalbano? Per il 75% degli italiani si tratta di una serie televisiva e non di un libro, ideata da un regista (31%) o da un produttore di serie televisive (27%). Solo il 25% attribuisce ad Andrea Camilleri la fortunata serie di libri gialli.

Poesie, queste sconosciute. E non si salva neppure la Gioconda

Nella poesia le cose non vanno certo meglio. Chi non conosce l’autore della famosissima poesia “A Silvia”? Circa il 72% degli italiani. Infatti solo il 28% attribuisce a Giacomo Leopardi questa straordinaria opera. Per quanto riguarda “Soldati” di Giuseppe Ungaretti? Le opinioni si sprecano, nonostante questa poesia sia una delle più famose nel panorama poetico italiano.

Leopardi (21%), Giovanni Pascoli (17%), persino Umberto Eco (15%) potrebbero aver scritto quest’opera. Giacomo Leopardi invece ha scritto “Il passero solitario”, ma gli italiani ne sono sicuri? Il 28% conferma la versione che conferisce al poeta di Recanati l’opera, anche se alcuni pensano sia stata scritta da Francesco Petrarca (21%) o Gabriele D’Annunzio (12%).

Ma prendendo in considerazione alcune delle opere più famose della storia dell’arte e molti degli scrittori più celebri di tutti i tempi, ecco alcune percentuali rilevate dall’indagine.

Secondo un italiano su 3 (32%) la “Gioconda” è stata realizzata da Michelangelo, mentre solo il 29% conferma correttamente che l’autore sia Leonardo Da Vinci. Un buon 13% invece la attribuisce a Raffaello Sanzio, mentre il 5% crede che l’autore sia Donatello. Ma se l’autore resta tabù, dove si trova questo capolavoro? Secondo il 28% si trova a Londra, il 26% ammette di averla vista all’interno del Louvre di Parigi, mentre il 17% crede si trovi a Firenze.

E l’Ultima Cena di Leonardo Da Vinci? Si trova in Italia, su questo non c’è dubbio, ma dove e soprattutto chi l’ha realizzata? Secondo il 27% degli italiani tra Colosseo, Fori Romani e Piazza Navona è possibile trovare anche il “Cenacolo”, anche se molti pensano che sia a Firenze (22%). Secondo il 27% dei connazionali Michelangelo è l’autore dell’opera, per la disperazione di Leonardo Da Vinci (26%). E c’è chi persino afferma che sia stato Gesù (1%) a realizzare l’opera.

E “L’urlo di Munch”? Incredibile ma vero, anche con l’aiutino gli italiani ci ricascano ed attribuiscono a Van Gogh (25%) l’opera d’arte, mentre c’è chi pensa che sia un film di Dario Argento (16%). Ma allora chi ha dipinto i “Girasoli” e la “Notte Stellata”? Nel primo caso si tratta di Caravaggio (13%), mentre nel secondo di Tiziano (9%).

“Amore e Psiche” per un italiano su quattro è un libro di psicologia

Passando alla scultura le cose non cambiano. Ad esempio, cos’è il “Cristo Velato” per gli italiani? Per il 36% si tratta di un quadro, per il 28% di un film, mentre il 15% crede addirittura che sia un crocifisso. Si trova tra Milano (16%) e Roma (15%), ma fortunatamente qualcuno conferma che sia Napoli (13%) la città natale.

Invece la straordinaria opera di Antonio Canova, “Amore e Psiche”, cos’è? Per il 25% si tratta di un libro di psicologia, mentre solo il 18% conferma che è una scultura. Un’opera unica come la “Venere di Milo” che però si trova a Firenze (28%), Roma (21%), forse a Milo (4%) e non a Parigi.

Per finire, sul retro di tutte le monete correnti (Euro) sono state stampate opere d’arte e simboli della cultura del Bel paese. Ma gli italiani le sanno riconoscere? Anche qui i connazionali si sprecano in gaffe e strafalcioni irriverenti.

Ad esempio, cosa contiene la moneta da 1 centesimo? La Banca d’Italia dice che si tratta di Castel del Monte, mentre per gli italiani si tratta di un qualunque Castello Medioevale (65%), senza avere la minima idea di quale effettivamente possa essere. La moneta da 2 centesimi raffigura un razzo (18%) e non la Mole Antonelliana, mentre quella da 20 centesimi raffigura un guerriero (34%) o un gladiatore (27%) e non la scultura “Forme uniche nella continuità dello spazio” di Umberto Boccioni.

Restando nel periodo medioevale, la moneta da 50 centesimi raffigura un cavaliere (37%) e non l’imperatore Marco Aurelio, mentre in quella da 2 euro viene raffigurato Giulio Cesare (21%) e non Dante.