Vendite al dettaglio giù a Febbraio: gli italiani tagliano la spesa alimentare


Il commento di Coldiretti, Codacons e Confcommercio al calo registrato dall’Istat

aliquote iva consumi spesa supermercato
Calo dell’1,5% negli ipermercati

ROMA – Arrivano segnali negativi dall’ultimo report dell’Istat sulle vendite al dettaglio che a Febbraio diminuiscono dello 0,3% in valore e dello 0,7% in volume rispetto al mese precedente. Il calo è ancora più marcato, però, se riferito al 2016 con un -1% in valore e un -2,4% in volume.

A pesare sono soprattutto gli alimentari con il settore che registra una media del -1,2%. Come spiega Coldiretti “con una riduzione dell’1,5% sono gli ipermercati alimentari a far registrare il tonfo maggiore delle vendite tra tutte le forme distributive di commercio al dettaglio”.

“Ma a calare pesantemente sono anche le piccole botteghe alimentari (-1,4%) e perfino i discount del cibo (-1,2%). Accanto ad una situazione di difficoltà economica va segnalata la tendenza alla ricerca di canali di acquisto alternativi al dettaglio tradizionale” aggiunge la Confederazione.

Tra questi figura la crescita dell’on line, degli acquisti a domicilio e della vendita diretta confermata dal boom dei mercati del contadino. In questi ultimi, ad esempio, hanno fatto la spesa più di 4 italiani su 10 (43%) nel 2016 con un aumento record del 55% negli ultimi 5 anni.

Per il Codacons il 2017 parte malissimo sul fronte delle vendite e del commercio. “Sul fronte degli alimentari è una vera e proprio ecatombe, con una flessione degli acquisti dell’1,2% in valore e del 4,8% in volume” afferma il presidente Carlo Rienzi.

“Questo significa che gli italiani in questo 2017 stanno rinunciando al cibo riducendo la spesa alimentare, e la causa è da ricercarsi nei fortissimi rincari dei prezzi di inizio anno del comparto, alimentati da speculazioni che hanno fatto impennare i listini al dettaglio prosegue”.

“Rileviamo una crisi profondissima del commercio, e la forte riduzione delle vendite avrà effetti pesanti soprattutto sui piccoli negozi che, senza interventi mirati per sostenere la spesa delle famiglie e i consumi, sono destinati a scomparire dalle nostre città” conclude Rienzi.

Per Confcommercio i dati Istata sulle vendite al dettaglio sono un segnale allarmante per l’economia italiana. “È la peggiore variazione tendenziale in volume da Agosto 2014, un’evidenza su cui pesa il confronto con un 2016 bisestile. In ogni caso, la debolezza dei consumi nel primo bimestre del 2017, confermata dall’incerto clima di fiducia, è un segnale di allerta sulle dinamiche della nostra economia” è il commento dell’Ufficio Studi.

“La ripresa, dunque, – continua la nota – rimane fragile, anche in ragione dei diversi ostacoli che la finanza pubblica, stressata da un debito che non accenna a diminuire, pone sul percorso di sviluppo della produzione e dell’occupazione”.

“In Febbraio è stata particolarmente colpita la domanda di beni alimentari sui cui hanno anche pesato gli effetti della repentina ripresa dei prezzi, fortunatamente in riduzione a Marzo. Resta il fatto che le famiglie torneranno a fare i conti con un fenomeno sopito, se non dimenticato: l’inflazione. Che essa sia originata da tensioni internazionali non mitiga, sulla programmazione quotidiana degli acquisti, il suo effetto negativo attraverso la compressione del potere d’acquisto” prosegue Confcommercio.

“L’incertezza sul fronte interno dovuta alle due manovre, la piccola, più prossima, da 3,4 miliardi di euro, e la grande, per il 2018, relativa a quasi 20 miliardi di euro di aumenti programmati dell’Iva, non aiuta certo il rilancio dei consumi, il rafforzamento degli investimenti e l’espansione dell’occupazione, quest’ultima in frenata dallo scorso mese di Giugno” conclude l’Ufficio Studi.