In Salento è rivolta contro il gasdotto: caricati i manifestanti No Tap


Il governatore pugliese Emiliano accusa il Governo. Il Codacons fa ricorso alla Corte Ue

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Il Consiglio di Stato ha giudicato legittimo l’iter autorizzativo del gasdotto Tap (foto Twitter)

LECCE – Momenti di tensione a San Foca, in provincia di Lecce, dove è esplosa la rivolta dei manifestanti NoTap che protestano per la realizzazione del gasdotto in Salento.

Dopo la decisione del Consiglio di Stato, che ha giudicato legittimo l’iter autorizzativo del gasdotto Tap che approderà proprio a San Foca, nel cantiere dove era in programma l’espianto degli ulivi per il micro-tunnel del gasdotto manifestanti e forze dell’ordine si sono fronteggiati.

Le cariche della polizia hanno sgomberato il blocco davanti al cantiere Tap e alcuni manifestanti sono rimasti contusi.

Emiliano su Facebook attacca il Governo: “Incapace di ascoltare”

Sulla delicata questione del gasdotto in Salento è intervenuto anche il governatore della Puglia, Michele Emiliano.

“Le drammatiche notizie che giungono da San Foca descrivono una situazione nella quale il Governo della Repubblica sta utilizzando le Forze dell’ordine per risolvere una questione politica che non ha mai voluto affrontare ascoltando le popolazioni residenti ed in particolare l’indicazione della Regione Puglia e dei Comuni, che avevano chiesto di localizzare l’approdo del gasdotto più a Nord, nell’area del comune di Squinzano, che ha dato il suo consenso, evitando di impegnare una delle più belle spiagge dell’Adriatico pugliese” ha scritto su Facebook Michele Emiliano, presidente della regione Puglia.

“La battaglia del Tap – aggiunge Emiliano nel post – è diventata per il Governo un simbolo della sua volontà di non dare alcun peso al parere delle popolazioni residenti che devono ricevere grandi opere pubbliche ad alto impatto ambientale. Eppure la Puglia non ha mai detto no al gasdotto Tap, ma anzi intendeva favorirne la realizzazione pacifica attraverso una sua diversa localizzazione”.

Secondo il presidente della Puglia “si stanno confrontando a San Foca non i manganelli della polizia e le fasce tricolori dei sindaci ma due diverse concezioni della politica. L’una servile rispetto agli interessi dei grandi gruppi economici e dura e severissima con i diritti dei cittadini. L’altra, basata sulla connessione tra istituzioni e popolo a tutela dell’ambiente e della bellezza. Utilizzando il massiccio spiegamento di forze che oggi è stato predisposto, il Governo dà la misura della sua incapacità di ascoltare e elaborare politicamente le richieste di una regione intera che ha nel suo programma di governo, elaborato dal basso e votato da centinaia di migliaia di pugliesi, lo spostamento dell’approdo del Tap in un’altra area”.

Codacons annuncia ricorso alla Corte di Giustizia Ue

Anche l’associazione dei consumatori è intervenuta contro la realizzazione del gasdotto Tap e ha annunciato che presenterà un ricorso alla Corte di giustizia dell’Unione europea.

Il Codacons invita anche la Regione Puglia e il presidente Emiliano ad aderire all’azione legale in sede comunitaria. “È l’unica possibilità” spiega il presidente Carlo Rienzi.

“L’espianto di 231 ulivi rappresenta un danno enorme per l’ambiente e per il territorio salentino, e la decisione dei giudici italiani è stata basata più sulla forma e sulla legittimità dell’iter che non sulla sostanza del problema. Per tale motivo abbiamo deciso di promuovere ricorso in sede comunitaria, chiedendo di bloccare un progetto imposto dall’alto che distruggerà il territorio salentino arrecando danni all’ambiente e ai cittadini aggiunge.