Global gag anti aborto: Europarlamento attacca Trump


Per gli eurodeputati la norma reintrodotta dal presidente americano è una “grave battuta d’arresto per la salute delle donne”

proteste trump
Una manifestazione contro la reintroduzione del ‘Global gag rule’ firmata da Trump

ROMA – Lo scorso 23 Gennaio, tra i primi atti della presidenza Trump, ha fatto discutere il ripristino della norma ‘Global gag’ anti aborto. L’ordine esecutivo firmato dal presidente americano obbliga le ONG straniere finanziate dagli Usa a certificare che non eseguano e non promuovano attivamente l’aborto.

Sul tema è intervenuto anche il Parlamento europeo, in un dibattito con il commissario per gli aiuti umanitari dell’Ue, Christos Stylianides.

Quest’ultimo in Aula ha espresso innanzitutto preoccupazione per il Memorandum firmato da Trump. “Questa decisione potrebbe avere un impatto sui nostri obiettivi di sviluppo globale, come la mortalità delle madri e potrebbe potenzialmente mettere a rischio la salute delle giovani donne” ha affermato.

Una decisione sull’aborto dipenderà da vari fattori, quali la salute delle donne e il quadro giuridico di un Paese. “Una decisione su come curare le donne e le ragazze è meglio sia presa dai medici. Non è qualcosa di competenza degli avvocati”, ha aggiunto Stylianides.

“Condanno con forza la norma Global gag appena ripristinata. Abbiamo avuto segnali di allarme dall’Africa, all’Asia fino all’America latina circa le gravi conseguenze”, ha dichiarato Anna Maria Corazza Bildt del PPE.

“Il rischio è che la mortalità delle donne sia destinata ad aumentare. Non stiamo parlando di essere in favore o contrari all’aborto, stiamo parlando di diritto umanitario. Salute. Sicurezza. Protezione dei bambini. E i diritti delle donne sono diritti umani. L’Europa deve intervenire e dar prova di leadership per contrastare il sessismo di Trump” ha aggiunto.

Per l’eurodeputata inglese Linda McAvan “non può essere giusto che l’accesso della donna alla gamma completa di scelte di pianificazione familiare diventi un match politico”.

“Alcune delle donne più povere del mondo, si stima siano 225 milioni a livello globale, vedranno tagliati il loro accesso alla pianificazione familiare e ai servizi correlati, ma la scelta di quando e se avere figli rappresenta un diritto fondamentale di una donna, ovunque viva” ha sottolineato.

Malin Björk ha sottolineato che Trump aveva vietato virtualmente tutto il supporto necessario alla salute riproduttiva delle donne. Il Parlamento ha agito votando i requisiti per l’incremento dei finanziamenti Ue. “Dobbiamo condannare in maniera chiara la norma global gag degli Stati Uniti, affrontare la battaglia nelle sedi internazionali e impegnare più fondi”, ha concluso.

Le voci del Parlamento europeo a sostegno di Trump

Di tutt’altro tenore il commento dello slovacco Branislav Škripik, secondo il quale i politici dell’Ue dovrebbero rispettare la decisione di Trump. Per Škripik infatti è basata su motivi quali “il rispetto della vita, della nascita, della dignità della vita e di coloro che non sono ancora nati”. Ha poi affermato che “l’aborto non può essere chiamato ‘assistenza sanitaria di base’. Noi non sosterremo la volontà della Commissione di spendere milioni per esportare questa barbarie nelle nazioni in via di sviluppo”.

“L’Ue non ha competenze in questo settore. L’aborto è un crimine”, ha affermato anche Beatrix von Storch. “Smettiamola di voler finanziare queste cose per le quali non abbiamo alcuna competenza. Preoccupiamoci della tutela della vita piuttosto che della sua fine”, ha aggiunto l’eurodeputata tedesca.

Marie-Christine Arnautu ha dichiarato che qualsiasi pretesto sarebbe stato utile all’Aula per attaccare il nuovo presidente americano, aggiungendo che spetta al governo degli Stati Uniti la decisione sui propri criteri di finanziamento delle ONG.