Programma italo-iracheno per salvare il patrimonio culturale distrutto dall’Isis


In Iraq si è conclusa la prima fase del progetto internazionale finanziato dal Mibact

recupero patrimonio culturale iraq
Sono enormi i danni inflitti dall’Isis al patrimonio culturale iracheno

ROMA – Si è da poco conclusa la prima parte del programma “Sostegno all’azione istituzionale di protezione e recupero del patrimonio culturale iracheno”.

Finanziato dal Mibact e dal Ministero degli Esteri attraverso l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, il progetto ha l’obiettivo di salvare il patrimonio culturale iracheno distrutto a più riprese dall’Isis.

All’Iraqi Institute for the Conservation of Antiquities and Heritage (IICAH) di Erbil si è tenuta la cerimonia di chiusura dei due corsi di formazione.

Uno è quello incentrato sul “Monitoraggio e protezione del paesaggio archeologico: dal Remote Sensing alla Prospezione Archeologica” (Monitoring and Saving Archaeological Landscape: from Remote Sensing to Field Survey). L’altro è relativo alle “Attività di primo intervento e tecniche di conservazione del patrimonio archeologico” (First Aid and Conservation Techniques of Damaged Archaeological Sites). Entrambi sono stati avviati lo scorso 15 gennaio 2017.

I due corsi, incentrati sul trasferimento tecnologico e di competenze (Remote Sensing; cartografia archeologica GIS-based; survey; conservazione dei materiali archeologici: pietra e mattone crudo) hanno coinvolto venti studenti iracheni e curdi per un totale di 420 ore di lezioni frontali e sul campo.

Dal 2014 il Mibact ha intrapreso, in collaborazione con l’UNESCO e con lo State Board of Antiquities and Heritage iracheno e in sinergia interistituzionale con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, il monitoraggio satellitare dei danni inflitti dall’Isis sul patrimonio culturale dei territori sotto occupazione.

Nell’ambito di questa azione è stata realizzata la formazione di personale del Ministero della Cultura iracheno e della Regione Autonoma del Kurdistan all’uso di queste metodiche per rendere gli uffici iracheni autonomi nell’applicazione di queste avanzate tecnologie.

Il programma, che si concluderà a ottobre 2017, prosegue ora con missioni di restauratori italiani nei laboratori di restauro del Museo Archeologico Nazionale di Baghdad.

Forniranno assistenza ai colleghi iracheni nei settori della conservazione del libro e materiale di archivio, di sculture archeologiche in pietra e di reperti antichi in avorio e metallo.