In dieci anni salvati 65mila bambini soldato


L’Unicef: passi avanti ma sono ancora troppi i minori nelle mani dei gruppi armati

Nella Repubblica Democratica del Congo salvati 20mila bambini soldato

ROMA – In tutto il mondo, ma soprattutto nei Paesi africani, sono ancora migliaia i bambini soldato. Migliaia di ragazzi e ragazze strappati alle loro famiglie e costretti a imbracciare un’arma o, nella peggiore delle ipotesi, utilizzati come kamikaze.

È drasticamente aumentato, passando dai 4 casi del 2014 ai 44 del 2015, il numero di bambini soldato coinvolti in attacchi suicidi in Nigeria, Camerun, Ciad e Niger.

Dal 2013, si stima che 17.000 bambini siano stati reclutati in Sud Sudan e fino a 10.000 nella Repubblica Centrafricana.

In Nigeria e nei Paesi vicini, dati verificati dalle Nazioni Unite indicano che quasi 2.000 bambini sono stati reclutati da Boko Haram soltanto nel 2016.

Nello Yemen, dall’escalation del conflitto nel marzo 2015, l’Onu ha documentato quasi 1.500 casi di reclutamento di bambini.

Sempre più spesso però molti di questi piccoli vengono liberati dai gruppi armati. Sono oltre 65mila negli ultimi 10 anni, come ricorda l’Unicef in occasione del 10° anniversario della Conferenza degli Impegni di Parigi (“Paris Committments”) per porre fine all’uso dei bambini nei conflitti.

L’incubo nell’ultimo decennio è finito per più di 20.000 bambini soldato della Repubblica Democratica del Congo. Ma anche per altri 9.000 della Repubblica Centrafricana e oltre 1.600 del Ciad.

In Nigeria Boko Haram utilizza i bambini come kamikaze

“Dieci anni fa il mondo ha preso un impegno per i bambini coinvolti nelle guerre e ha unito questo impegno con l’azione”spiega il Direttore generale dell’Unicef, Anthony Lake. “Un’azione che ha contribuito a dare a 65.000 bambini soldato una nuova possibilità per una vita migliore” aggiunge.

“Oggi guardiamo in avanti al lavoro che resta ancora da fare per sostenere i minori coinvolti nelle guerre. Fino a quando saranno ancora coinvolti nei combattimenti, non possiamo rinunciare a lottare per loro” conclude Lake.

Il numero di Paesi che ha approvato gli “Impegni di Parigi” è quasi raddoppiato in 10 anni, passando dai 58 del 2007 agli attuali 105.

La Conferenza Internazionale Ministeriale di Parigi per la Protezione dei Bambini nei Conflitti armati esaminerà alcuni temi importanti. Tra questi il rilascio incondizionato di tutti i bambini soldato e lo stop al reclutamento oltre a maggiori risorse per aiutare il reintegro e l’educazione dei piccoli rilasciati.