Che fine ha fatto Garanzie Giovani le Politiche del Lavoro?


Lotta alla disoccupazione giovanile? Azione Identitaria chiede alla Regione Calabria che fine ha fatto Garanzie Giovani, pacchetto a sostegno dell’economia territoriale

Continua Azione Identitaria a fare sentire la sua voce in una Regione calabra dove l’opposizione pur non avendo le capacità decisionali o esecutive, si potrebbero opporre per creare dibattito e contrastare errori di governo, quantomeno sconfiggere lo stallo che si è creato nella politica locale.

Nel 2014 sono stati assegnati alla Calabria € 67.668.432 per attuare il piano regionale a sostegno dell’occupazione giovanile. Ingenti risorse sono destinate a: bonus occupazionali affinché le aziende offrano una concreta opportunità a chi ha meno di 30 anni; tirocini, strumento che consente alle imprese di formare i giovani direttamente sul campo, questo si diceva tre anni fa dove sono finite le buone intenzioni?

Cesaro Costanzo di A.I. bissa ancora sul mal governo “Continuano inesorabili gli slogan illusori lanciati dalla Cittadella della Regione Calabria ed è a dir poco ridicolo il tentativo di aggirare risposte o soluzioni ad uno dei problemi più gravi che affligge la nostra regione: la disoccupazione, e non solo giovanile.

Ma la sudditanza dei nostri politici ai diktat europei e la loro avidità nell’arraffare risorse finanziarie quasi mai utilizzate per il loro vero scopo ha sempre la meglio su qualsiasi buon progetto o iniziativa.

Da qualche anno si parla di “Garanzie Giovani”, Piano Europeo per la lotta alla disoccupazione giovanile, ma, oltre a migliaia di giovani illusi e sfruttati, niente di positivo è venuto fuori da questo progetto poiché ci è dato ignorare l’allocazione dei soldi destinati a retribuire le prestazioni di chi ha aderito al progetto.

Un piano rivelatosi fallimentare perché, ad oggi, ha favorito solo lo sfruttamento dei nei lavoratori a beneficio di aziende, più o meno “imparentate” coi burocrati addetti all’assegnazione, che hanno usufruito gratuitamente di prestazioni lavorative.

A nulla finora sono valsi i vari appelli e le interrogazioni parlamentari di partiti politici presenti sia al Governo che al Parlamento Europeo e, purtroppo, a nulla porteranno fino a quando non si prenderà una posizione netta e determinante che proponga in primis l’abolizione dell’ente Regione il quale si rivela quotidianamente la macchina mangiasoldi che è.

Piuttosto che continuare a dimostrare il loro servilismo alle segreterie dei partiti di appartenenza bene farebbero, i nostri politici, a cominciare a fare un mea culpa dei danni e delle umiliazioni che continuano ad infliggere alla nostra regione e prendere atto che, in un territorio che risulta il più penalizzato, non abbiamo bisogno del fumo che ci continuano a vendere ma di lavoro e sviluppo e non solo per i giovani entro i 29 anni ma per tutti i disoccupati in età lavorativa.

Non ci servono ulteriori specchietti per le allodole che arricchiscono i soliti e aumentano il potere fraudolento di chi amministra ma abbiamo bisogno di progetti concreti per rilanciare la nostra economia, di misure contributive ridotte per le imprese che vogliono assumere, di agevolazioni fiscali concrete direttamente proporzionate alla situazione economica calabrese.

Non vogliamo i capestri europei, soccorsi illusori che sono dei veri capestri che strozzano i cittadini, ma pretendiamo il diritto di lavorare e di fare impresa attingendo alle nostre risorse naturali per il rilancio del territorio.