PSR della Regione Calabria: ritardi e inefficienze penalizzano agricoltura


La Cittadella della Regione Calabria.

Coldiretti: Bando PSR 2014 per insediamento giovani e investimenti entra nel guinness dei primati per le proroghe

La programmazione, la gestione attenta dei bandi del PSR 2014-2020 non è sicuramente un esempio di efficienza e di snellimento amministrativo come afferma a caldo il presidente di Coldiretti Calabria

“Ma andiamo al sodo, all’ultimo caso proprio di oggi 8 febbraio – riferisce Pietro Molinaro Presidente di Coldiretti Calabria – sono ben 5 i rinvii che hanno ingarbugliato la presentazione delle domande per l’insediamento dei giovani e gli investimenti nelle aziende agricole relative ai bandi del “pacchetto giovani” e del pacchetto aggregato per le imprese.

Per Molinaro si confermano i ritardi e le inefficienze e a pagare è il sistema agricolo regionale

Cinque proroghe consecutive che hanno rinviato l’avvio delle istruttorie delle domande presentate e degli investimenti, in assenza peraltro dei provvedimenti più volti sollecitati per rendere ammissibile l’eleggibilità della spesa alla data del 18 luglio e salvare i giovani che superavano il limite dei 12 mesi o del quarantunesimo anno di età.  Limite, questo, imposto dall’Europa per la definizione di “giovane agricoltore”.

“Il bando dei giovani – afferma – poteva essere chiuso, le domande presentate sono più del doppio di quelle finanziabili che sono seicento. Insomma un balletto di rinvii di scadenze che è entrato di diritto nel guinness dei primati, tanto a pagare sono gli agricoltori e quello che è ancora peggio i giovani agricoltori e ovviamente la credibilità della Regione che aveva puntato ad una forte innovazione gestionale”.

Le   proroghe concesse in 225 giorni, si inseriscono in un quadro di programmazione del PSR già fortemente gravato da criticità che – secondo il Presidente Molinaro – stanno contribuendo ad alimentare un clima di sfiducia riguardo l’unico strumento finanziario per il settore agricolo regionale e la perdita di competitività delle imprese agricole ed agroalimentari.

Un comportamento che è indicativo, semmai ce ne fosse ancora bisogno, di scarsa efficienza e di cattivo funzionamento del Dipartimento Agricoltura.

Tra le caratteristiche di un bando – prosegue – ci dovrebbero essere sicuramente la scadenza e le procedure, questo nell’era della tanto sbandierata tecnologia informatica significa certezza e chiarezza per l’inoltro delle domande, ma questo è di tutta evidenza che non c’è stato. Ciò viene confermato anche dalle centinaia di FAQ inviate al Dipartimento. Eppure – chiosa Molinaro – l’impegno sull’insediamento dei giovani in agricoltura è stato il ritornello continuo del Dipartimento è del tutto evidente che questa esperienza non deve ripetersi nei prossimi bandi.