Strasburgo contro Trump: condanna per divieto di ingresso


Gli eurodeputati attaccano le misure restrittive del neo presidente americano. Linea morbida di Farage e De Graaff

Manifestanti in piazza contro Trump

ROMA – Il Parlamento Europeo si scaglia contro il neo presidente americano Donald Trump. Nel mirino degli eurodeputati ci sono le misure restrittive per l’ingresso negli Stati Uniti previste da un ordine esecutivo del successore di Obama.

Nel dibattito con il capo della politica estera dell’Unione, Federica Mogherini, Strasburgo ha condannato con forza il divieto di ingresso negli Stati Uniti per i cittadini di sette Paesi.

La maggior parte degli eurodeputati ha definito le restrizioni d’ingresso volute da Trump come arbitrarie e in spregio dei valori fondamentali delle democrazie occidentali, come la libertà, la non discriminazione e la solidarietà.

Mogherini ha accolto con favore il chiarimento da parte delle autorità statunitensi che i cittadini dell’Ue non saranno interessati dal divieto di ingresso, anche se in possesso della cittadinanza di uno dei sette Paesi interessati.

Ha comunque chiarito che «ciò non cambia la nostra valutazione complessiva degli ordini esecutivi. L’Ue non respingerà nessuno che gode della protezione internazionale. Questo è il nostro punto di vista e continueremo a difenderlo».

Il Ppe chiede dialogo con Washington ma attacca

«Trump è stato eletto e noi vogliamo il dialogo», ha affermato il leader del gruppo PPE Manfred Weber (DE).

«Quando Trump dice che sta combattendo l’immigrazione clandestina o l’islamismo radicale, ci trova d’accordo. Ma sul divieto di ingresso non è così. Il sospetto generalizzato di Paesi e di persone conduce alla xenofobia» ha proseguito.

«Gli Stati Uniti sono sempre stati un Paese di libertà e di diritti fondamentali, ora Trump tollera la tortura. Così uno Stato diventa esso stesso un criminale» ha concluso.

Pittella accusa Trump: è un bugiardo

Per Gianni Pittella del gruppo S&D, «i provvedimenti di Trump sono un attacco alla civiltà giuridica europea e ai suoi valori fondamentali. Il “travel ban” contro alcuni cittadini non è diretto contro il terrorismo, è una bugia, è demagogia, colpisce alcuni Stati e altri no, quelli con cui Trump fa affari!».

«Chiedo alle compagnie aeree di non rifiutare passeggeri di quei Paesi. E noi dovremo evitare una visita di Trump in Europa fino a che le restrizioni restano. Porte sbarrate nei suoi confronti» ha aggiunto Pittella.

«Questo divieto arbitrario invia il messaggio che vi sarebbe contraddizione tra l’essere un buon musulmano e l’essere un buon cittadino di una democrazia occidentale. Sta dalla parte di Daesh e di altri estremisti, che fanno esattamente la stessa affermazione» ha sottolineato la britannica Syed Kamall (ECR).

«Tuttavia, gli americani hanno votato per Trump, che sta facendo ciò che ha promesso di fare. Dobbiamo quindi accettare che questo Presidente, le sue priorità e le politiche siano la conseguenza della crescente ondata di malcontento» ha aggiunto.

Secondo il belga Guy Verhofstad (ALDE), il fatto che nessun terrorista proveniente dai Paesi vietati abbia mai compiuto attentati negli Stati Uniti dimostra che si tratta di «pura discriminazione. Di una misura destinata ad alimentare il populismo e il nazionalismo. Anche l’Europa è minacciata da quelle forze».

La leader del gruppo GUE/NGL, la tedesca Gabrielle Zimmer, ha chiesto di «mettere i nostri valori contro il disprezzo di Trump. Dobbiamo mostrare, con una politica migratoria caratterizzata dalla solidarietà, che le persone in cerca di protezione non sono la causa di tutti i mali. Che cosa sarebbe diventata l’Europa democratica del dopoguerra se i rifugiati del nazismo non avessero trovato un rifugio sicuro?».

«Chi avrebbe mai pensato che le libertà e i diritti che noi diamo per scontati avrebbero potuto dileguarsi così in fretta? Questo, apparentemente, è come muore una democrazia liberale» ha osservato la leader del gruppo verde, la tedesca Ska Keller.

L’eurodeputata ha quindi invitato l’Unione europea a essere il «campione della protezione del diritto internazionale, dei diritti umani e delle libertà. Cerchiamo di fare dell’Europa, ha concluso, il contraltare del modello Trump».

Farage: Trump fa quello per cui è stato eletto

Per il britannico Nigel Farage (EFDD), negli Stati Uniti sta accadendo che «un verace eletto democratico stia facendo quello per cui è stato eletto».

Secondo Farage le rimostranze europee sono una prova dell’«antiamericanismo comunitario» e ha proposto di invitare il Presidente Trump all’Europarlamento.

In modo, ha concluso, da tenere «un dialogo aperto con il più potente uomo neoeletto al mondo».

Più morbida anche la linea del co-presidente del gruppo ENF, l’olandese Marcel De Graaff. Ha invitato il Presidente del Consiglio europeo Tusk e la Commissione a «seguire l’esempio del Presidente Trump, installando controlli alle frontiere nazionali. Tenere fuori i jihadisti. Non solo dai sette Paesi indicati da Trump, ma da molti di più».