Caccia al lupo, Brambilla furiosa: «Non si toccano»


L’ex ministro contro l’ipotesi di deroga prevista nel Piano di conservazione e gestione

L’ex ministro Brambilla dice no alla caccia al lupo

ROMA – È bufera sul Piano di conservazione e gestione per il lupo in Italia, all’esame della Conferenza Stato-Regioni. Le rassicurazioni del ministro dell’Ambiente, Paolo Galletti («Non ci sarà alcuna caccia al lupo») non sono bastate a placare le polemiche.

Il Piano, al quale hanno lavorato 70 esperti oltre all’Istituto per la Protezione Ambientale (ISPRA), come ha spiegato Galletti prevede 22 azioni di conservazione della specie.

«Affronta anche il tema nodale della risoluzione sostenibile dei conflitti con le attività dell’uomo, nel pieno rispetto della normativa comunitaria e di quella nazionale» ha aggiunto il ministro.

«Proprio a questo scopo il testo concede in casi eccezionali la possibilità di attivare deroghe al divieto di rimozione di singoli esemplari di lupo, già prevista dalle norme italiane ed europee. Ciò avviando un percorso strettamente regolamentato e caratterizzato da rigorose azioni di prevenzione».

«Non esiste dunque nel piano alcuna caccia al lupo indiscriminata, come paventato da alcune associazioni. Ma si tratta di un insieme di azioni coerenti sotto il profilo scientifico mirate a migliorare lo stato di conservazione della specie e al contempo la pacifica convivenza con l’uomo».

Ma la possibilità di riaprire la caccia al lupo, all’esame domani del Governo e dei presidenti delle Regioni, trova la netta contrarietà dell’ex ministro Michela Vittoria Brambilla.

«Non solo non è fondata su dati e riscontri scientifici, ma ha un fine tutto politico, candidamente confessato nel piano stesso. “Superare il clima di contrapposizione” con gli allevatori, attraverso “una dimostrazione di flessibilità”» afferma.

Per la presidente della Lega Italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente «crepi il lupo, purché regni la pace sociale. Invece no, i lupi non si toccano. Governo e Regioni ascoltino il parere degli esperti e le voci indignate di centinaia di migliaia di cittadini».

«Quando si mettono in moto interessi economici e i pacchetti di voti ad essi collegati a pagare il conto è sempre l’anello più debole. In questo caso il lupo, magnifico predatore, simbolo di fierezza e di libertà, al quale proprio l’Italia, con una saggia politica di conservazione, ha restituito solide speranze di sopravvivenza» prosegue Brambilla.

«Ora, perché fa comodo a qualcuno, si vuole intaccare un patrimonio di tutti, tornando indietro di oltre quarant’anni. Faccio dunque appello ai presidenti delle Regioni, quelli che non hanno già manifestato la loro contrarietà, e al Governo. Ascoltino esperti di fama internazionale come Marc Bekoff che considerano il via libera agli abbattimenti un incentivo ai bracconieri, “inefficace” anche come strumento di contenimento» conclude.