Istat: a Dicembre tasso di disoccupazione stabile al 12%


Disoccupazione giovanile in crescita rispetto a Novembre: ora è al 40,1%

La disoccupazione giovanile è salita al 40,1%

ROMA – A Dicembre 2016 il tasso di disoccupazione non si schioda dal 12% mentre la stima dei disoccupati cresce su base mensile (+0,3%, pari a +9 mila).

La crescita è dovuta alla componente femminile, mentre si registra un calo per quella maschile. È quanto afferma l’Istat nella nota mensile sul mercato del lavoro.

Nel trimestre Ottobre-dicembre, alla sostanziale stabilità degli occupati, si accompagna la crescita dei disoccupati (+2,6%, pari a +78 mila) e il calo delle persone inattive
(-0,6%, pari a -78 mila).

Lieve flessione degli inattivi (- 0,1%)

La stima degli inattivi tra i 15 e i 64 anni è in diminuzione a Dicembre 2016 (-0,1%, pari a -15 mila). Il calo interessa entrambe le componenti di genere e tutte le classi di età ad eccezione degli ultracinquantenni.

Il tasso di inattività è stabile al 34,8%. Su base annua, aumentano i disoccupati (+4,9%, pari a +144 mila) e calano gli inattivi (-3,4%, pari a -478 mila).

Disoccupazione giovanile al 40%

A Dicembre 2016 il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, cioè la quota di giovani disoccupati sul totale di quelli attivi (occupati e disoccupati), è pari al 40,1%.

L’Istat registra un aumento di 0,2 punti percentuali rispetto al mese precedente. Dal calcolo del tasso di disoccupazione sono per definizione esclusi i giovani inattivi. Si tratta di coloro che non sono occupati e non cercano lavoro, nella maggior parte dei casi perché impegnati negli studi.

L’incidenza dei giovani disoccupati tra 15 e 24 anni sul totale dei giovani della stessa classe di età è pari al 10,9% (cioè poco più di un giovane su 10 è disoccupato). Questa incidenza risulta in aumento di 0,1 punti percentuali rispetto a Novembre. Il tasso di occupazione dei 15-24enni rimane stabile, mentre quello di inattività cala di 0,1 punti.

Tasso di occupazione stabile

Sempre a Dicembre 2016, fa sapere l’Istat, la stima degli occupati è stabile rispetto al mese precedente. Il tasso di occupazione è al 57,3% e sintetizza l’aumento per la componente maschile e un equivalente calo per quella femminile.

Aumentano, in particolare, gli occupati di 25-34 anni, mentre calano gli over 35. A crescere, in questo mese, è l’occupazione dipendente a termine, mentre calano gli indipendenti.

Stabilità che contraddistingue anche il trimestre Ottobre-Dicembre rispetto al periodo precedente. Segnali di crescita per ultracinquantenni, dipendenti a termine e indipendenti. Da registrare invece un calo per i 15-49enni e i dipendenti permanenti.

Su base annua, a Dicembre si conferma la tendenza all’aumento del numero di occupati (+1,1% su dicembre 2015, pari a +242 mila).

Cna: nelle piccole imprese occupazione in aumento nel 2016

Artigiani e piccole imprese hanno fatto la loro parte sul fronte del lavoro anche nel 2016, aumentando l’occupazione del 2,4%. Un incremento identico a quello segnato nel 2015. è quanto rileva l’Osservatorio mercato del lavoro Cna, curato dal Centro studi della Confederazione.

In base all’analisi dell’andamento dell’occupazione su un campione di 20.500 imprese artigiane, micro e piccole con 125mila dipendenti complessivi, a permettere l’ottima performance delle piccole imprese è soprattutto il consolidamento delle posizioni lavorative.

Rispetto al 2015, infatti, nel 2016 le cessazioni si sono ridotte del 7,1%, con un picco positivo del -9,5% tra gli assunti con il contratto a tempo indeterminato.

Anche le nuove assunzioni sono diminuite rispetto all’anno precedente, ma del 6,4%, un dato segnato dal forte calo (-43,7%) delle assunzioni a tempo indeterminato. Queste ultime, tuttavia, nel 2015 erano state favorite da consistenti sgravi contributivi previdenziali.

Sono cresciute, al contrario, le assunzioni a tempo determinato (+11% contro il +8,3% del 2015), gli apprendisti (+25,7% a fronte del -10,8%, le altre forme (+7,1% rispetto a -25,9%).

«Oltre alla eliminazione degli sgravi contributivi, un altro fattore ha probabilmente determinato questo ri-orientamento contrattuale delle nuove assunzioni» afferma la Cna.

«Artigiani e piccole imprese speravano che la ripresa s’irrobustisse e avevano “scommesso”, quindi, sulla stabilità dell’occupazione. La ripresa, però, è rimasta gracile e gli imprenditori hanno preferito instaurare rapporti meno vincolanti, utilizzando al meglio gli strumenti di flessibilità contrattuale» aggiunge la Confederazione.