Giorno della Memoria, Mattarella ricorda le vittime della Shoah


Cerimonia al Quirinale: «Nulla deve fermare la nostra volontà di ricordare»

La cerimonia di celebrazione del Giorno della Memoria al Quirinale (foto www.quirinale.it)

ROMA – «Il Giorno della Memoria ci ricorda la liberazione di Auschwitz, il più grande campo di sterminio costruito dai nazisti, nel quale furono uccise milioni di persone. Ebrei, innanzitutto, ma anche dissidenti politici, zingari – come si diceva -, omosessuali, disabili mentali, prigionieri di guerra, testimoni di Geova e altre categorie perseguitate dal regime hitleriano».

Ha esordito così il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, nel suo discorso alla celebrazione del Giorno della Memoria.

Al Quirinale, il toccante ricordo della liberazione del lager nazista di Auschwitz, avvenuta il 27 Gennaio del 1945, è stato accompagnato dalla pianista Monica Ferracuti che ha eseguito brani musicali di Felix Mendelssohn tratti dai “Lieder ohne Worte”.

Presenti anche il Presidente della Società Dante Alighieri, Andrea Riccardi, la Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Noemi Di Segni, e la Ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli.

Sono intervenuti il Presidente della Società Dante Alighieri, Andrea Riccardi, la Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Noemi Di Segni, e la Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Valeria Fedeli.

Il sopravvissuto Joseph Varon ha portato la sua testimonianza. Vittoria Bublil e Yuri Tagliacozzo hanno letto due lettere dei rispettivi nonni sopravvissuti. Gli studenti Aurora Pedrini e Giosuè Fulli, che hanno partecipato al Viaggio della Memoria ad Auschwitz, hanno raccontato linvece a loro esperienza.

Presenti alle celebrazioni del Giorno della Memoria, oltre ai presidenti di Camera e Senato, Boldrini e Grasso, anche la Sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Maria Elena Boschi, il Vice Presidente della Corte Costituzionale, Giorgio Lattanzi, il Ministro dell’Interno, Marco Minniti, il Ministro della Difesa, Roberta Pinotti.

Con loro anche rappresentanti delle Associazioni degli ex internati e deportati, della Comunità ebraica, e autorità politiche, civili e militari.

Ha partecipato alla cerimonia anche Giovanni Anastasi, a cui il Capo dello Stato, ha consegnato la medaglia d’onore ai cittadini italiani deportati ed internati nei lager nazisti 1943/1945.

Questa la motivazione: “Catturato dai militari tedeschi il 9 settembre 1943 a Rivoli Torinese e obbligato a svolgere lavoro coatto presso industrie belliche tedesche. Fu tenuto prigioniero nel campo 398 di Norimberga, a Schweinfurt, Wels”.

La cerimonia del Giorno della Memoria è stata preceduta dalla premiazione dei vincitori del XV° concorso nazionale promosso dal Miur, dal titolo “I giovani ricordano la Shoah”.

«La realtà dei campi di sterminio va oltre l’umana comprensione»

«La memoria di Auschwitz, e di tutto quello che Auschwitz rappresenta e contiene, ci pone ogni volta di fronte al lato più oscuro dell’uomo, all’abisso del male, all’offuscamento delle coscienze e alla perdita totale del sentimento più elementare di pietà e di umanità» ha continuato Mattarella nel suo discorso.

«Alcuni sopravvissuti scelsero, comprensibilmente, di rimanere in silenzio, altri di raccontare. Per tutti, il ricordo di quello che avevano subìto ha rappresentato un peso immane. Anche per questo dobbiamo esprimere la nostra riconoscenza, profonda e convinta, per quei reduci dei campi di sterminio che ancora oggi ci raccontano e ci tramandano l’indicibile sofferenza patita. Le loro storie e le loro parole ci colpiscono e ci chiamano, in maniera esigente, all’impegno e alla vigilanza» ha proseguito.

«Pensare, oggi: “Io non c’ero, non ero ancora nato»”, non può rendere estraneo al dovere di rispondere alla domanda posta da un fardello così opprimente. Non libera la storia presente da una domanda così stringente e carica di angoscia. Come fu possibile che nel cuore dell’Europa cristiana, l’Europa culla di civiltà, nella quale erano nati i diritti della persona, i principi di libertà, eguaglianza, fraternità, si infiltrasse un cancro tanto micidiale e distruttivo?» ha proseguito Mattarella.

«La realtà dei campi di sterminio va oltre l’umana comprensione e oltre i limiti delle possibilità di espressione. Nulla deve fermare la nostra volontà di ricordare, anche se ci provoca tuttora orrore e dolore. E, ancora oggi, dobbiamo chiederci: com’è possibile che, sotto forme diverse – che vanno dal negazionismo, alla xenofobia, all’antisionismo, a razzismi vecchi e nuovi, al suprematismo, al nazionalismo esasperato, al fanatismo religioso – ancora oggi si sparga e si propaghi il germe dell’intolleranza, della discriminazione e della violenza?» ha affermato il Capo dello Stato.

«Il Giorno della Memoria, allora, non ci impone soltanto di ricordare, doverosamente, le tante vittime innocenti di una stagione lugubre e nefasta. Ma impegna a contrastare, oggi, ogni seme e ogni accenno di derive che ne provochino l’oblio o addirittura ne facciano temere la ripetizione. Auschwitz, oggi, è diventato un monumento contro l’orrore nazista. Ma è, e deve essere, anche la testimonianza, presente e consapevole, di quali sciagure sia capace di compiere l’uomo quando abbandona la strada della convivenza e della solidarietà e imbocca la strada dell’odio» ha sottolineato Mattarela.

Nel Giorno della Memoria il Capo dello Stato ha ricordato infine anche «i 650.000 militari italiani deportati nei campi tedeschi, perché dopo l’8 settembre si rifiutarono di servire Hitler. È una pagina di storia, colma di sofferenza e di coraggio, che è parte integrante della Resistenza italiana e che non sempre è adeguatamente conosciuta».