Gioco e infiltrazioni mafiose, giro di vite con risoluzione Bindi


Agipronews: tra le possibili novità inasprimento delle sanzioni e introduzione della tessera del giocatore

Gioco e infiltrazioni mafiose, arriva la stretta con la risoluzione della Commissione Antimafia

ROMA – Giro di vite contro le infiltrazioni mafiose nel settore giochi. Come riporta Agipronews l’Aula della Camera ha approvato all’unanimità la risoluzione della presidente della Commissione Antimafia Rosy Bindi (PD).

Il testo impegna il Governo a intraprendere ogni iniziativa utile al fine di risolvere le questioni e i problemi evidenziati nella Relazione sulle infiltrazioni mafiose e criminali nel gioco lecito e illecito.

Barriere all’ingresso

La relazione propone di aumentare le barriere all’ingresso del settore, attrraverso delle modifiche per la disciplina relativa alla partecipazione a gare e al rilascio, rinnovo e mantenimento di concessioni in materia di giochi pubblici.

La Commissione suggerisce di «introdurre il divieto di partecipazione alle gare per gli operatori economici colpiti dalla sanzione interdittiva» antimafia, di estendere a tutti gli attori della filiera del gioco (anche online) «la normativa che sottopone il rilascio dell’autorizzazione alla sussistenza dei requisiti di cui alla normativa antimafia e al Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza».

Inasprimento delle sanzioni

Per la Commissione, «appare indifferibile una puntuale e organica revisione dell’apparato sanzionatorio penale e amministrativo» relativo al settore giochi, inasprendo le sanzioni per chi esercita «l’attività di esercizio del gioco illecito in assenza delle prescritte concessioni e autorizzazioni», consentendo anche «l’esecuzione di intercettazioni telefoniche e telematiche».

Inoltre, la Commissione sollecita «sanzioni penali adeguate nei confronti del cosiddetto “giocatore clandestino”, che rappresentino un reale deterrente», con l’obiettivo di «ridurre il bacino di utenza da cui le mafie traggono considerevoli profitti nel settore del gioco e delle scommesse».

La relazione suggerisce di «introdurre norme che rappresentino un effettivo deterrente al gioco illegale, perseguendone i profitti illeciti» e di «prevedere, in capo ai concessionari, una responsabilità di posizione legata ai concetti di culpa in vigilando o in eligendo». Infine, la Commissione chiede al Governo di «prevedere strumenti straordinari, analoghi al Daspo, che possano essere adottati all’occorrenza per far fronte a situazioni a più alto rischio in tema di giochi e scommesse».

Tessera del giocatore

La Commissione propone una stretta sulle VLT, prevedendo «le opportune soluzioni tecniche tese a collegare indissolubilmente ogni operazione di cashout al nominativo del soggetto che ha provveduto ad avviare la sessione di gioco e che ha effettuato la vincita».

Una opzione percorribile «è quella di consentire il gioco sulle VLT solo a chi risulti in possesso di un titolo di autorizzazione di gioco (sotto forma di ticket o card) rilasciato dal responsabile di sala a fronte dell’esibizione di un valido documento di riconoscimento, non solo al fine di accertare la maggiore età ma anche per la conservazione dei dati anagrafici».

Il ticket «dovrà consentire al giocatore di provvedere alla ricarica dello stesso esclusivamente attraverso il versamento del corrispettivo in contanti nelle mani del responsabile di sala. Ogni ricarica e vincita sono memorizzate nel ticket e, al termine della giocata, solo il soggetto a cui il ticket è stato rilasciato è titolato a monetizzare in contante l’eventuale cashout».

Antiriciclaggio anche per i conti on line

Sotto la lente della Commissione finiscono anche i conti di gioco on line. Come riferisce Agipronews si suggerisce che siano sottoposti allo stesso regime antiriciclaggio previsto per i conti correnti e gli altri rapporti continuativi e che siano «censiti e confluiscano presso la cosiddetta “anagrafe dei conti”.

Ciò in modo che l’Unità di informazione finanziaria per l’Italia (UIF) e gli organismi investigativi (DIA e Guardia di finanza) vi abbiano accesso diretto per finalità di antiriciclaggio, per l’esecuzione di indagini di polizia giudiziaria e nell’ambito delle indagini patrimoniali dirette all’applicazione di una misura di prevenzione antimafia».

Distribuzione dei punti gioco sul territorio

La Legge di Stabilità 2016 ha attribuito alla Conferenza unificata il compito di definire le caratteristiche dei punti vendita di gioco e i criteri per la loro distribuzione sul territorio.

La Commissione sottolinea comunque che «il nuovo sistema distributivo del gioco lecito debba fondarsi sull’equilibrio tra il complessivo dimensionamento dell’offerta e la distribuzione sul territorio dei punti vendita di gioco, che risulti sostenibile sotto il profilo dell’impatto sociale e dei controlli».

Tra le ipotesi sale gioco dedicate

Per la Commissione è necessario «offrire alle Regioni e agli enti locali la possibilità di prevedere che la propria quota di offerta di gioco sia concentrata in un numero limitato di luoghi considerati più sicuri».

Ad esempio, suggerisce la relazione, «potrebbero essere istituite “sale da gioco certificate”, con caratteristiche tali da scongiurare ogni minimo rischio di infiltrazione criminale, elusione delle regole o di distorsione, come, ad esempio, una formazione specifica del personale, l’accesso selettivo all’ingresso della sala, la completa identificazione dell’avventore, la tracciabilità completa delle giocate e delle vincite, degli apparati di videosorveglianza interna simili a quelli in dotazione ai tradizionali casinò, un collegamento diretto della sala con presidi di polizia e/o con l’Agenzia delle dogane e dei monopoli».

Indicatori di rischio

Considerando che «le varie aree del Paese sono sottoposte a differenti profili di rischio di condizionamento e di infiltrazione mafiosa, oltre che della maggiore o minore propensione al gioco compulsivo, alla dipendenza da gioco patologico e a differenti situazioni di tensione o degrado sociale, occorre che nella fase di predisposizione dei criteri per la distribuzione sul territorio» siano considerati «significativi indicatori di rischio, quali a titolo di esempio l’indice di presenza mafiosa dell’Osservatorio sulla criminalità organizzata dell’università degli studi di Milano, l’indice di organizzazione criminale (IOC) elaborato dall’EURISPES e altri indici pertinenti quali quelli utilizzati dall’ISTAT nel rapporto BES 2014».

Più risorse agli enti locali

«È necessario che comunque agli enti locali, primi sensori sul territorio in grado di percepire situazioni di pericolo del quadro sociale e del diffondersi di illegalità e disagio connesse al gioco, sia offerta l’opportunità di far fronte adeguatamente e con prontezza a tali situazioni».

Per questo, «lo Stato (e le Regioni) dovranno farsi carico di sostenere l’ente locale, con tempestività e con adeguate risorse, attraverso l’intensificazione dei controlli, il presidio permanente dei punti di gioco ritenuti a maggior rischio e la destinazione di risorse straordinarie per il potenziamento dell’operatività della polizia locale e dei servizi sociali».

Task force per maggiori controlli

Proprio per contrastare le infiltrazioni della criminalità, «occorre conseguentemente predisporre un sistema strutturato di vigilanza e di controllo dei giochi che colleghi il rispetto delle normative antimafia e antiriciclaggio con le ispezioni amministrative, le verifiche tributarie e il monitoraggio continuo e capillare delle tecnologie elettroniche e informatiche».

Per la Commissione, «è necessario lanciare un nuovo modello di governance della vigilanza nel settore dei giochi e delle scommesse improntato a efficacia ed efficienza, basato anche sulla centralizzazione di qualunque dato o informazione giudiziaria riguardanti il gioco d’azzardo; peraltro, la IV direttiva europea antiriciclaggio, in via di attuazione sul piano nazionale, prevede esplicitamente la necessità che il settore del gioco d’azzardo sia adeguatamente governato da un’autorità dotata di «poteri di vigilanza rafforzati».

Contrasto al match-fixing

La Commissione si concentra anche sul «fenomeno sempre più diffuso del match fixing, dove non di rado sono risultate coinvolte organizzazioni criminali di tipo mafioso o comunque a carattere transnazionale».

Occorre che «sia dato ulteriore impulso alle iniziative a tutela dell’integrità dello sport a livello di Unione europea, previste nell’ambito del cosiddetto Piano europeo per lo sport 2014-2017. In particolare, si auspica che siano adottate a livello europeo le norme necessarie in materia di individuazione dei fattori di rischio associati alle partite truccate; sviluppo di strumenti per la gestione di tali rischi; creazione di un sistema di early warning tra le autorità competenti su giochi e scommesse degli Stati membri; predisposizione di meccanismi per lo scambio di intelligence o di elementi di analisi sulle situazioni sospette di match fixing».

Necessario anche «coordinamento a livello europeo tra le forze di polizia competenti sulla criminalità organizzata e le autorità nazionali di vigilanza su giochi e scommesse nei casi in cui si ha motivo di ritenere che determinati eventi sportivi siano truccati da appartenenti ad associazioni mafiose o a carattere transnazionale; trasparenza delle strutture proprietarie delle società sportive, in particolar modo di quelle del professionismo calcistico».

Norme comuni sul gioco on line in Europa

La Commissione, infine, chiede al Governo di «intraprendere le iniziative ritenute necessarie affinché a livello europeo siano adottate misure armonizzate, o comunque concertate, al fine di evitare la penetrazione o l’infiltrazione della criminalità organizzata nel settore del gioco online».

Questo attraverso «un quadro normativo armonizzato in materia di requisiti di onorabilità e di professionalità applicabili agli operatori della filiera del gioco, scambio di informazioni e di intelligence sulle ipotesi di violazione, individuazione dei comportamenti anomali o sospetti, nonché in materia di tracciabilità delle operazioni e identificazione dei soggetti che partecipano ai giochi a distanza al di sopra di una soglia stabilita».