L’attentato a Berlino, il terrorismo e la libertà


Le risposte alla paura che pervade l’Europa

Il terrorismo torna a fare paura in Europa (foto Twitter)

ROMA – I terroristi sono dei criminali. Non importa la mano che li arma né tanto meno le motivazioni che li spingono. Sono dei criminali e come tali vanno combattuti, catturati, condannati, puniti.

Il terrorismo, tuttavia, tanto più quando è rivolto contro persone inermi e nei luoghi della vita di tutti i giorni è un’arma potente di “cambiamento”.

È capace di parlare prima alla pancia che alla testa. È capace, il terrorismo, di modificare le coscienze e i comportamenti nel profondo senza averne consapevolezza e percezione.

La paura è lo strumento che rende tutto questo possibile. La paura è una brutta bestia. È capace di motivare e rendere plausibile, accettabile tutto.

E, di fronte al pericolo, tanto più se è ignoto, è impossibile non avere paura…

La prima regola di fronte al terrorismo è di non accettarlo, di non farsene una ragione, e contemporaneamente di non dargliela vinta.

La vita che continua è già una sconfitta per i terroristi. Viceversa, la vita che si blocca per la paura è l’inizio della loro vittoria.

Il terrorismo vuole prendersi la vita di tutti, non soltanto di quelli a cui materialmente e brutalmente la toglie con il fuoco delle pallottole, delle bombe o con un bisonte della strada lanciato tra la folla.

Convivere con il terrorismo non è facile, spinge a ridurre – e ad autoridursi – i margini di libertà.

Ecco, di fronte al terrorismo la risposta migliore è quella di mantenere vivo un dibattito e un confronto sulle libertà individuali e collettive.  Sui diritti e sui doveri, sulle antiche radici e insieme sulla modernità della democrazia.