Referendum contro Jobs Act, Consulta decide l’11 Gennaio


La Cgil ha raccolto oltre 1,1 milioni di firme: attesa per la decisione sull’ammissibilità

La Cgil chiede l’abrogazione di parte del Jobs Act

ROMA – La Corte Costituzionale deciderà il prossimo 11 Gennaio sull’ammissibilità dei tre quesiti referendari presentati dalla Cgil per abrogare parte del Jobs Act, la legge sul lavoro varata dal Governo Renzi, e altre norme in materia di mercato del lavoro come i voucher.

Il sindacato, che ha raccolto oltre 1,1 milioni di firme per il referendum, fa sapere che la questione di ammissibilità sarà discussa nella camera di consiglio fissata per l’11 gennaio 2017.

La Cgil ha raccolto le firme per i quesiti referendari a sostegno della proposta di legge di iniziativa popolare ribattezzata “Carta dei Diritti Universali del Lavoro ovvero nuovo Statuto di tutte le Lavoratrici e di tutti i Lavoratori”.

Le richieste sono già state dichiarate conformi a legge dall’Ufficio centrale per il referendum presso la Cassazione, con ordinanza depositata il 9 dicembre 2016.

Lo scorso 9 dicembre infatti l’Ufficio centrale per il referendum della Cassazione, presieduto da Maria Cristina Siotto, ha promosso i referendum del sindacato di Corso d’Italia che hanno come oggetto i seguenti temi.

1. la cancellazione del lavoro accessorio (voucher).

2. la reintroduzione della piena responsabilità solidale in tema di appalti.

3. nuova tutela reintegratoria nel posto di lavoro in caso di licenziamento illegittimo per tutte le aziende sopra ai cinque dipendenti.

Nello specifico il sindacato della segretaria Susanna Camusso chiede, attraverso i tre quesiti referendari, l’abrogazione delle norme del Jobs Act relative al superamento dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori.

Il provvedimento varato dall’esecutivo Renzi sostituisce infatti il diritto al reintegro in caso di licenziamento senza giusta causa con un indennizzo. Su questo fronte la Cgil vorrebbe un allargamento dei casi di reintegro del lavoratore.

Nel mirino della Cgil ci sono anche i voucher, i buoni da 10 euro con cui vengono pagate le prestazioni occasionali, che secondo i dati Inps hanno visto un aumento esponenziale nel corso del 2015 (+70% e 7 milioni di voucher attivati).