Governo Gentiloni incassa la fiducia al Senato: 169 i sì


A Palazzo Madama stessi voti ottenuti da Renzi nel 2014

Gentiloni al Senato ha incassato 169 sì

ROMA – Il Governo Gentiloni ottiene anche il voto favorevole del Senato sulla mozione di fiducia all’esecutivo a firma dei senatori Zanda,Bianconi e Zeller.

Dopo la fiducia incassata ieri alla Camera il neo Presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, potrà dunque presentarsi al Consiglio europeo di domani con un Governo nel pieno delle sue funzioni.

Un fatto importante, visto che si discuterà di alcune tra le questioni più urgenti a livello europeo tra cui migrazione, sicurezza, economia e giovani.

Con la fiducia del Senato si chiude così in appena una settimana la crisi di Governo aperta con le dimissioni dell’ex premier Matteo Renzi dopo la vittoria del No al referendum sulle riforme costituzionali.

Tutto in sette giorni: tanti ne sono passati dall’accettazione delle dimissioni di Renzi da parte di Mattarella e dalla fiducia a Palazzo Madama al nuovo esecutivo.

In mezzo la tre giorni di consultazioni del Capo dello Stato, quelle del premier incaricato Gentiloni, lo scioglimento della riserva e il giuramento lampo della nuova compagine governativa.

Al Senato c’era attesa per i numeri della fiducia dopo lo strappo di Ala-Scelta Civica che oggi non ha partecipato al voto. Alla fine Gentiloni ha incassato 169 sì come il suo predecessore. Renzi il 24 febbraio del 2014 ottenne 169 sì su 308 votanti (139 no e nessun astenuto). Oggi a Palazzo Madama i votanti complessivi sono stati 268.

Hanno votato sì alla fiducia il Presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano, ma anche i senatori a vita Mario Monti ed Elena Cattaneo. Assenti in Aula, invece, Renzo Piano e Carlo Rubbia.

Gentiloni, in mattinata, si è rivolto ai senatori affermando che questo Governo «deve completare l’eccezionale opera di riforme e innovazioni iniziato in questi anni».

Il premier ha assicurato anche che l’esecutivo cercherà in tutti i modi di facilitare la nuova legge elettorale e che «sarà non attore protagonista ma pacificatore».