BetuniQ, precisazione di un nostro lettore sulla riapertura


L’intervento sul nuovo corso della società di betting

L’home page del sito di BetuniQ, che ora non è più accessibile

ROMA – Riceviamo e pubblichiamo la lettera di un ex proprietario di due centri BetuniQ che desidera fare chiarezza dopo la pubblicazione di un nostro articolo sulla società di scommesse.

Nella missiva il nostro lettore si esprime anche «a nome di circa 2000 persone le quali hanno dato fiducia ad una azienda investendo i propri risparmi e ricavando solo sequestri e denunce. Di tutto questo la BetuniQ, Gennaro, Ugo Cifone, si sono trincerati dietro un muro di gomma. Qualsiasi mail, telefonata, messaggio viene sistematicamente respinto» si legge nella lettera che abbiamo ricevuto.

Questo il testo.

Gentili Signori, La riabilitazione del Sig. Gennaro non può che far piacere a tutta la comunità che si è prodigata per far diventare la BETUNIQ leader nel settore del betting.

Le nuove iniziative però escludono e non aiutano chi come me ha perso tutto confidando nell’azienda. Le problematiche create a circa tremila centri non sono oggetto di notizia con mio grande rammarico.

Ricordo a tutti i sequestri dei centri, le denunce per riciclaggio, e per quanti erano in start up la perdita immediata di beni, investimenti e credibilità personale.

Personalmente sono stato convinto ad aprire due centri con la prospettiva di introiti di medio livello. Appena dopo un mese dall’apertura mi sono scontrato con una realtà a me sconosciuta. Irruzione da parte delle forze dell’ordine, beni sequestrati, istanze di chiusura immediata e diverse segnalazioni di violazioni del codice penale. Sono stato trattato alla stessa stregua di un mafioso pur essendo incensurato.

Concludo con l’auspicio che la NUOVA BETUNIQ si ricordi di quanti hanno collaborato ed investito credendo in prospettive migliori. Al momento tutti gli appelli non sono stati ascoltati dall’azienda.

Maurizio Fiocchi