SOS movimentazione bestiame la zootecnia da carne rischia di scomparire


vacca Podolica autoctona calabrese
vacca Podolica autoctona calabrese

La zootecnia scompare se la task force è distratta. Ma l’economia contadina  sta a cuore al governo calabrese?

Se la Calabria è una delle regioni più invidiate è perché riesce ancora a tenere lontana dalle culture nostrane un largo consumo di pesticidi, di organismi geneticamente modificati e di fattori che migliorano l’estetica del prodotto agroalimentare. E’ il caso della zootecnia da carne perché la Calabria tiene duro, soprattutto le piccole aziende agricole che devono fare i conti con un’importazione che scavalca la qualità che gli permette di entrare prepotentemente nelle case degli italiani a prezzi bassi. Proprio perché la comunità europea glielo permette, ma il governo cosa fa per tutelare l’agricoltura italiana? E quando si parla di agricoltura si parla di economia solida senza compromessi, gestita da gente con un grande coraggio e la voglia di difendere tradizioni e appartenenze territoriali. E le regioni hanno un ruolo importante nel gestire le risorse e le linee guide della sanità nel mondo della zootecnia da carne. La Calabria ha pochi paladini, pensare che grazie a questo settore c’è un indotto attorno il quale si lavora e s’incrementa quel Pil tanto ricercato. Se si frena questo settore si frena l’economia regionale. E la Coldiretti    è pronta a denunciare l’assenza di una politica che permetta la vendita delle bestie proprio in un momento di forte crisi nazionale.

E il suo presidente Pietro Molinaro che tuona contro l’insensibilità regionale e chiede aiuto ai vertici “la task force veterinaria dimostri la volontà di essere operativa e risolva i problemi degli allevatori. Valore dei vitelli diminuito di 200€ a capo e deprezzati agnelli e capretti

 Un noto vocabolario certifica che una task force è un “Gruppo di esperti costituito per prendere decisioni di tipo operativo”. “Constatiamo – afferma Pietro Molinaro Presidente di Coldiretti Calabria – che questo non vale però per la task force veterinaria istituita presso il Dipartimento Tutela della Salute della Regione Calabria. Ancora una volta – continua – siamo costretti a sollecitare la Task force veterinaria sulla movimentazione del bestiame che sta causando notevoli danni economici agli allevatori Infatti sono impossibilitati a movimentare il bestiame fuori regione causa restrizione Blue Tongue, sono costretti a ritardare il rientro dalla transumanza, poiché i vitelli destinati all’ingrasso (nati proprio nel periodo della transumanza) non si possono vendere fuori dalla Calabria. Basti pensare, che il valore dei vitelli – riferisce Molinaro -è diminuito rispetto ai precedenti anni di circa 200,00 Euro a capo. A questo si aggiunga anche la difficoltà della vendita di capretti e agnelli che, proprio nell’imminenza delle festività natalizie, vedono per analoghi motivi scendere il prezzo alla produzione, con grave danno per gli allevatori e conseguente deprezzamento dei nostri allevamenti. Con la stagione invernale si intacca in modo netto lo stesso “benessere animale” che è uno dei cardini degli allevamenti ed è apprezzato anche dai cittadini. Si evidenzia che la Regione ha speso trecentomila €uro per l’acquisto di 300mila vaccini. Siccome però siamo abituati a fare proposte praticabili-sottolinea – abbiamo scritto una lettera alla task force, al Commissario Scura, al Direttore Fatarella e al presidente Oliverio attenzionando loro la possibilità che questa situazione di stallo può essere rimossa a norma del Dispositivo Dirigenziale del Ministero della Salute del 16 novembre u.s, prot. 0026280 DGSAF-MDS, con il quale sono state ridefinite le condizioni derogatorie al divieto di movimentazione dei capi, aggiornando gli allegati B e C del dispositivo del 14 marzo 2014 e s.m. In sostanza, – proponiamo che la Regione Calabria (nella fattispecie la Task force veterinaria) dovrebbe fare una richiesta di movimentazione in deroga di animali sensibili alla Blue Tongue, indirizzata al Ministero della Salute, previo accordo con le regioni destinatarie dei capi, dove il BTV2 non è circolante. La richiesta, basata sull’esistenza di comprovati motivi di benessere animale per movimentare al di sopra dei 90 giorni di vita, dovrebbe contenere un’analisi del rischio fornita dalla Regione Calabria, nella quale si precisa che per il BTV2 non c’è il vaccino, che i capi vengono movimentati in vincolo sanitario e che il BTV2 non è circolante da almeno 60 giorni sulla base di dati di epidemiosorveglianza. In virtù di questa concreta e praticabile possibilità, chiediamo, sulla scorta anche di un evidente interesse pubblico, di velocizzare il percorso di richiesta di deroga al Ministero della Salute. Basta poco per essere efficaci nel campo della zootecnia da carne – conclude – ci vuole volontà e anche per tenere fede alla definizione essere operativi”.