Inquinamento atmosferico: Ue vota nuovi limiti emissioni


Mercoledì l’Europarlamento al voto: dal NOx al biossido di zolfo, verso una stretta

Nuovi limiti alle emissioni per obiettivi da raggiungere entro il 2030
Nuovi limiti alle emissioni per obiettivi da raggiungere entro il 2030

ROMA – Oltre 400mila morti premature all’anno nei Paesi dell’Unione e danni per miliardi di euro. L’inquinamento atmosferico è uno dei problemi che, complice anche il riscaldamento globale, affligge anche l’Europa.

Il Parlamento europeo prova allora a correre ai ripari e mercoledì a Strasburgo sarà chiamato a votare le nuove proposte per limiti nazionali più ambiziosi sulle emissioni delle principali sostanze inquinanti.

Tra queste NOx, particolato e biossido di zolfo, con nuovi limiti alle emissioni da raggiungere entro il 2030.

Tali limiti sono già stati informalmente concordati con la Presidenza olandese del Consiglio. L’inquinamento atmosferico provoca circa 400 mila morti premature all’anno nell’UE.

Nella nuova normativa si stabiliscono gli impegni nazionali per la riduzione delle emissioni di biossido di zolfo (SO2), ossidi di azoto (NOx), composti organici volatili non metanici (COVNM), ammoniaca (NH3) e particolato fine (inferiore a un diametro di 2,5 micrometri).

Le fonti principali derivano dai trasporti, dal riscaldamento, dall’industria e dall’agricoltura.

Tali proposte potrebbero ridurre l’impatto dell’inquinamento atmosferico sulla salute di circa il 50% entro il 2030.

Nella Ue i costi totali esterni dell’inquinamento atmosferico variano dai 330 ai 940 miliardi di euro all’anno. Includono i danni economici diretti, pari a 15 miliardi di euro per i giorni lavorativi persi, spese sanitarie (4 miliardi), perdita di resa delle colture (3 miliardi) e danni agli edifici (1 miliardo).

Il mancato rispetto delle norme vigenti sulla qualità dell’aria e dei nuovi obblighi internazionali dell’Ue nel quadro del protocollo di Göteborg impediscono inoltre una migliore protezione dell’ambiente e dei cittadini.

Le aree non conformi agli standard PM10 e NO2 rappresentano, rispettivamente, il 32% e il 24% del territorio dell’Unione e 40 milioni di cittadini sono tuttora esposti a livelli di PM10 superiori ai limiti Ue.