Palermo scelta da Renzi per le realtà produttive


Renzi al Politeama di Palermo
Renzi al Politeama di Palermo

“Prima volta che il capo del governo incontra i rappresentanti del settore agricolo”

Il Presidente del Governo Matteo Renzi ha incontrato la Buona Sicilia ed ha ascoltato la testimonianza di sette rappresentanti del mondo imprenditoriale siciliano. Tra le imprese coinvolte anche la leader degli agrumi Oranfrizer Al Teatro Politeama di Palermo, dopo l’intervento dell’assessore regionale siciliano Antonello Cracolici, il moderatore Fabrizio Carrera ha dato la parola alle eccellenze del mondo dell’agricoltura e della pesca, uno dopo l’altro hanno raccontato le loro realtà produttive, le necessità concrete di chi investe e contribuisce alla crescita dell’economia in Sicilia, gli ostacoli superati e l’impegno quotidiano, le collaborazioni, le scommesse sul futuro e le buone pratiche che hanno favorito l’evoluzione e lo sviluppo del loro business in Italia e all’estero. I sette intervenuti sono stati  l’amministratore Riccardo Damiano dell’omonima azienda leader mondiale nel settore della frutta secca bio,  Mario Faro per il settore vivaistico, Salvo Laudani dell’azienda Oranfrizer per il settore agrumi, Mattia Elena Badaglialacqua della cooperativa Bosco Ficuzza produttrice bio, Vito Varvaro delle Cantine Settesoli per il settore vitivinicolo, Giovanni Tumbiolo direttore del Distretto della Pesca, Ignazio Gibiino presidente dell’omonima azienda per il settore cerealicolo.

«È la prima volta che il capo del governo del nostro paese incontra il settore dell’agricoltura della nostra regione – ha sottolineato l’assessore Cracolici – i rappresentanti della produzione della “Buona Sicilia” sono custodi di bellezza, di paesaggio e di tradizione. Oggi qui c’è la Sicilia che produce e che investe sul futuro, ci sono le imprese del settore primario e della trasformazione impegnate nell’export, nell’innovazione, nella diversificazione, ci sono gli ambasciatori della Sicilia e dell’Italia nel mondo. Sappiamo che dobbiamo rafforzare la nostra organizzazione dei produttori per una politica agricola nuova e non chiediamo protezionismo, vogliamo competere con la nostra qualità, chiediamo però la tutela di questa nostra qualità produttiva attraverso l’origine etichettata. Bisogna vincere questa battaglia come è già avvenuto con il latte, e rendere visibile l’origine di tutti i prodotti appartenenti alla filiera del fresco e della trasformazione, con grande vantaggio per la Sicilia, vogliamo che i consumatori possano scegliere sapendo da dove provengono succhi e frutti, bisogna lasciarli scegliere nella consapevolezza dell’affidabilità dei paesi da cui provengono».

«Oranfrizer è a Scordia – racconta Salvo Laudani di Oranfrizer  – nella Piana di Catania, luogo di eccellenza della produzione di arance rosse ai piedi del vulcano Etna sito Unesco, siamo legati alla nostra terra, ha un particolare fascino, proprio come quello delle Dolomiti per i produttori delle mele del Trentino Alto Adige. La nostra storia commerciale comincia nel 1962 a Firenze con una postazione nel mercato di Novoli, lì è avvenuto l’incontro con la grande distribuzione. Coop Italia per noi è stata una palestra di legalità, dove si respira l’etica del lavoro onesto, abbiamo imparato a produrre con maggiore rispetto dell’ambiente. Il nostro è un susseguirsi di impianti che si ampliano e che migliorano, è un susseguirsi di prodotti siciliani, di arance rosse, di altri agrumi e di tutti i frutti che valorizziamo sommandoli alla nostra offerta, è un mondo che evolve stagione dopo stagione, fatto anche di  spremute che produciamo ormai da venti anni e che adesso vendiamo in tutto il mondo, a cominciare dal Giappone. Oggi le nostre attività in numeri significano: 54 milioni di euro di fatturato, 50 mila tonnellate di frutti prodotti, più di 300 dipendenti, che si sommano a quelli dell’organizzazione dei produttori di cui Oranfrizer è capofila, Terre e Sole di Sicilia, che si prende cura di oltre 1300 ettari di produzione. Abbiamo quattro pilastri: il primo è l’aggregazione, abbiamo lavorato per rafforzare la nostra organizzazione di produttori; il secondo pilastro è l’innovazione, negli ultimi anni abbiamo investito in campo somme rilevanti, soldi nostri, soldi chiesti alla banche che credono nei nostri progetti, e abbiamo completamente riqualificato tutti gli ettari dell’azienda agricola di Carmito, molti produttori che lavorano con noi hanno seguito il nostro esempio, oggi abbiamo nuove cultivar messe a dimora che ci permettono di ampliare la campagna agrumaria dell’arancia rossa a sei mesi, quando io ho cominciato a lavorare in questo settore commercializzare l’arancia rossa per tre mesi sembrava tanto, oggi siamo molto più interessanti di ieri, con sei mesi di disponibilità di prodotto la gdo italiana sta allungando l’approvvigionamento, e dall’estero si guarda di più verso la Sicilia come sorgente di agrumi; il nostro terzo pilastro è la valorizzazione, l’ortofrutta ha colossali problemi con la valorizzazione, il nostro lavoro non finisce con la fornitura di agrumi, ma continua con la comunicazione, creiamo valore dentro punti vendita con i nostri clienti in Italia e all’estero, e fuori dai punti vendita a scuola abbiamo realizzato progetti mirati di educazione alimentare; il quarto pilastro è l’internazionalizzazione, che vuol dire occuparsi di tutto quello che può concorrere a contribuire al successo dell’impresa all’estero, significa essere attivi sull’avvio dei protocolli fitosanitari che favoriscono l’export, io rientro da Pechino dove ho cercato di accelerare la messa in atto dei nostri protocolli con la Cina per concretizzare l’esportazione di agrumi, in Indonesia Hogan ci ha chiesto di avviare nuovi modelli di businness con i nostri prodotti europei nei paesi orientali. Su questi quattro pilastri noi continueremo a guardare al futuro con determinazione. E in futuro ci vuole più supporto per tutti i produttori che devono investire e assolutamente riqualificare e valorizzare le produzioni agricole.