Costume Colloquium, quando i diktat della moda condizionano la Storia


Da domani fino al 20 novembre a Firenze, la 5′ edizione dell’iniziativa biennale dedicata al fashion

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ROMA – Scarpe altissime con plateau e turbante fruttato alla Carmen Miranda, corsetti stretti e pettinature estreme come Maria Antonietta di Francia, per non parlare delle super zeppe di Salvatore Ferragamo, dello zoot suit con orologio a taschino e borsalino dei jazzisti americani, della moda ambigua e rock’n’roll di David Bowie. Tanti stili, ma con un minimo comune denominatore: l’eccesso. Donne e uomini sono “vittime della moda”? Con questa domanda affascinante s’introduce la quinta edizione del Costume Colloquium, una serie di conferenze biennali organizzate all’Auditorium al Duomo di Firenze (via dei Cerretani 54r), da domani fino al 20 novembre dalla Fondazione Romualdo Del Bianco, in collaborazione con l’Associazione Amici della Galleria del Costume di Palazzo Pitti.

Le passate edizioni

Costume Colloquium I, nel 2008, fu un tributo a Janet Arnold, famosa storica dell’abbigliamento, mentre nel 2010 il tema fu l’abbigliamento per la danza. L’edizione 2012, Past Dress – Future Fashion, ruotava attorno a una più ampia analisi degli stili storici e delle loro influenze sulle tendenze attuali e future della moda. Costume Colloquium IV, Colors in Fashion, si è concentrato sul colore e il suo significato nell’abbigliamento. La quinta edizione si occuperà di analizzare il tema delle restrizioni generalmente connesse a specifici codici di abbigliamento (si tratta di restrizioni storiche, geografiche, psicologiche, sociali): la stravaganza nell’abbigliamento, l’uso dei pizzi, l’agghindarsi con l’oro.

Un tipo di outfit minimale total black, di tipo penitenziale, con lacci stretti e piedi fasciati (quale lo stile di Jil Sander) fa pensare a un corpo costretto, anche se alla moda. Le vittime consenzienti della moda, nel passato come oggi, ci fanno riflettere sul fatto che i vestiti possano essere troppo stretti, troppo larghi, troppo lunghi o corti, opulenti o modesti. S’indagherà sull’esistenza e sulle motivazioni delle restrizioni imposte in campo militare, legale, religioso, nazionale e cerimoniale. Uno sguardo sarà rivolto anche alla stravaganza ed eccessività del linguaggio usato nella vendita, nella comunicazione giornalistica, nella promozione ed esposizione della moda. Eppure una scuola di pensiero sulla limitazione è ugualmente diffusa. Verrà dato spazio alle costrizioni della moda che portano a distorsioni fisiche del corpo e, pertanto, capaci d’influenzare la salute con indumenti che limitano la libertà di movimento.

Costume Colloquium V si concentrerà anche sui rapporti tra libertà e confinamento, esposizione e occultamento, analizzandone i vari stili, attraverso per esempio la lunghezza degli orli, le scollature, gli ornamenti e altro.

Il programma

Il programma è ricco di appuntamenti sia dal punto di vista teorico, con relazioni sui temi affrontati e dibattiti in aula, sia dal punto di vista pratico, con mostre tematiche in sede congressuale e visite esclusive grazie a collaborazioni in atto con il Museo Salvatore Ferragamo, la New York University di Villa La Pietra, l’Officina Profumo Farmaceutica Santa Maria Novella, il McArthur Glen Barberino Designer Outlet, l’Amministrazione Comunale di Scarperia e San Piero a Sieve, il Museo del Novecento di Firenze.