BPCO: scatta l’allarme con inverno e smog


Broncopneumopatia cronica ostruttiva: un paziente su cinque rischia nuovi ricoveri per colpa dell’aria inquinata

Sono oltre 3 milioni gli italiani colpiti dalla BPCO, la Broncopneumopatia cronica ostruttiva
Sono oltre 3 milioni gli italiani colpiti dalla BPCO, la Broncopneumopatia cronica ostruttiva

ROMA – Sono oltre 3 milioni gli italiani colpiti dalla Broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), una patologia infiammatoria cronica. Mancanza di respiro, tosse, catarro e un’eccessiva produzione di muco sono i sintomi principali della patologia che in inverno e con lo smog è in agguato.

La maggior parte delle persone colpite sono anziani, fragili, e affetti da malattie croniche concomitanti, che attendono come un incubo l’arrivo di questi mesi freddi. Il 20% di loro, oltre seicentomila persone, in particolare gli over 65 e chi vive nelle grandi città, subirà nuove crisi e una parte di essi dovrà essere ricoverato con rischi per la propria salute.

«Oltre alle infezioni respiratorie, più frequenti nei mesi invernali, anche le emissioni degli impianti di riscaldamento e quelli delle automobili, aumentano le concentrazioni di polveri sottili nell’aria che sono micidiali» spiega il prof. Leonardo Fabbri, già Ordinario di Malattie dell’Apparato Respiratorio e di Medicina Interna della Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia.

«Il consiglio è di non frequentare spazi affollati a rischio di contagio infettivo e di non uscire di casa se non strettamente necessario e, se possibile, andarsene dai grandi centri trafficati in presenza di picchi di inquinamento» aggiunge.

«Inutili gli altri rimedi, come l’uso delle mascherine: non recano, purtroppo, alcun beneficio» prosegue Fabbri.

Per sensibilizzare l’opinione pubblica il prossimo 16 novembre si celebrerà in tutto il mondo la Giornata Mondiale della BPCO. La BPCO colpisce infatti circa 65 milioni di persone a livello planetario, soprattutto anziani. Intorno ai 50 anni i malati sono circa il 7%, tra i 60enni la percentuale sale all’11-12%, e può aumentare a oltre il 50 % dopo i 70 anni.

«È la terza causa di morte in Italia e nel mondo e provoca oltre 3 milioni di decessi nell’intero Pianeta, ben quattro morti al minuto» sottolinea la prof.ssa Paola Rogliani, Direttore dell’UOC Malattie Apparato Respiratorio della Fondazione Policlinico Tor Vergata.

«Implica inoltre spese importanti per l’intera collettività. La BPCO, insieme all’asma, costa al Servizio Sanitario Nazionale circa 14 miliardi di euro all’anno, di fatto 1 punto di PIL» aggiunge.

«È possibile prevenirla adottando stili di vita sani, in particolare mantenendo una attitudine quotidiana alla attività fisica spontanea. Le sigarette rappresentano il principale fattore di rischio: infatti ben nove pazienti su dieci sono fumatori o ex tabagisti. Nel nostro Paese, la malattia è in crescita fra le donne mentre il numero di nuovi casi rimane sostanzialmente stabile tra gli uomini. Questo perché sono in aumento le italiane tabagiste, il 17% del totale» conclude.