Terremoto: gli sfollati sono oltre 22mila


Oltre 15mila sono assistiti nel proprio territorio comunale

6700 sfollati sono stati accolti nelle strutture alberghiere lungo la costa adriatica
6700 sfollati sono stati accolti nelle strutture alberghiere lungo la costa adriatica

ROMA – I dati sul numero degli sfollati nelle aree colpite dalla nuova forte scossa di domenica mattina, come precisa la Protezione Civile, sono in continuo aggiornamento e dunque da considerarsi parziali.

Ma oltre la doverosa premessa, le cifre sono ugualmente impressionati: sono infatti oltre ventiduemila le persone assistite, molte delle quali nelle zone dove la terra continua a tremare.

Nella notte, infatti, sono state decine le scosse registrate dall’INGV, tutte con una magnitudo M compresa tra 2 e 3 gradi.

Gli sfollati assistiti nel proprio territorio comunale sono circa 15.400: quasi 14mila hanno passato la notte in palazzetti, centri polivalenti e strutture allestite ad hoc, oltre 1.400 invece in strutture alberghiere o agriturismi sul territorio.

Altri 6700 sfollati sono stati accolti nelle strutture alberghiere lungo la costa adriatica mentre poco meno di settecento sono alloggiati nelle strutture ricettive individuate in Umbria. Infine, circa duecento persone fra Lazio, Marche e Umbria sono assistite in tenda.

A livello regionale nelle Marche gli sfollati sono circa 17.500 mentre in Umbria sono oltre 3.300.

Nel Lazio si scende a circa 800 mentre in Abruzzo a 500.

Intanto prosegue la fase di gestione dell’emergenza della Protezione Civile, con il Capo Dipartimento, Fabrizio Curcio, e il Commissario per la Ricostruzione, Vasco Errani, in continuo contatto con i governatori regionali e i sindaci dei comuni colpiti dal terremoto.

Dopo gli incontri del 30 e 31 ottobre con i primi cittadini di Norcia, Cascia, Preci, Ussita, San Ginesio e San Severino, ieri Curcio si è recato a Macerata per una riunione operativa con tutti i sindaci e le strutture interessate di quella provincia.

Il Capo Dipartimento ha ribadito che le sistemazioni abitative al di fuori dalle zone epicentrali restano la formula migliore per garantire adeguata assistenza alla popolazione, fino al momento di rientrare a casa – se agibile o riabitabile con piccoli interventi – o fino all’arrivo delle casette.

La morfologia del territorio e la presenza di vaste aree protette non agevolano l’individuazione dei siti per le soluzioni abitative di breve e di medio periodo. Per questo motivo, una volta raccolte le richieste, si cercherà di collocare i container occupando il minor spazio possibile, così da procedere in parallelo alla realizzazione delle casette.

Ieri anche il premier Matteo Renzi si è recato nei territori colpiti, per partecipare, in forma privata, a una funzione religiosa per la festività di Ognissanti officiata a Preci dal vescovo di Spoleto-Norcia, Monsignor Renato Boccardo.

«Vorrei che non sfuggisse a nessuno l’entità del sisma di cui parliamo.Abbiamo avuto un terremoto 6.5 che è il peggiore dai tempi dell’Irpinia. È fisiologico che ci siano preoccupazioni ma ce la faremo. Ci vogliono energia e decisione, la sfida è tutt’altro che facile: tutta l’Italia deve essere vicina a chi e stato colpito dal terremoto» ha detto Renzi.

Il presidente del Consiglio ha anche confermato che entro questa settimana, il Consiglio dei Ministri dovrebbe emanare il nuovo decreto-legge con le misure per le zone terremotate.

Nel frattempo il Consiglio dei Ministri ha adottato una delibera che estende gli effetti della dichiarazione dello stato d’emergenza del 25 agosto 2016. In attesa della ricognizione dei danni, ha dato il via libera a un ulteriore stanziamento di 40 milioni di euro.

Le risorse stanziate serviranno a potenziare la risposta all’emergenza e a garantire efficienza e tempestività agli interventi di assistenza alla popolazione. Per fronteggiare lo stato di emergenza, il fabbisogno finanziario sarà coperto con le risorse del Fondo per le emergenze nazionali.

La delibera autorizza inoltre il Capo Dipartimento Curcio a disciplinare tramite ordinanze anche l’attuazione di prime misure urgenti per consentire la continuità operativa alle attività economiche e produttive attraverso strutture temporanee.

La realizzazione delle strutture sarà preceduta da una quantificazione speditiva dei fabbisogni, in soli termini di numero e tipologia, e sarà a cura di soggetti attuatori, individuati nell’ambito di componenti e strutture operative del Servizio Nazionale.