Cremazione dei defunti, Italia è ultima in Europa


La Chiesa dice sì con riserva ma il nostro Paese è fanalino di coda per numero di feretri cremati

In Italia la quota di defunti cremati è pari al 21% del totale
In Italia la quota di defunti cremati è pari al 21% del totale

ROMA – Il mercato della cremazione in Italia è in continua espansione ma, nonostante, questo, il nostro paese rimane il fanalino di coda d’Europa quanto a numero di feretri cremati. Lo afferma il Codacons, che ha condotto un apposito studio sull’argomento.

In Italia la quota di defunti cremati è pari al 21% del totale; una percentuale lontanissima dal 70% del Regno Unito e dei maggiori Paesi nordeuropei. In tutta Italia, nel 2015 si sono registrate 137.165 cremazioni di defunti, contro i 117.956 del 2014 con una crescita del +16% su base annua.

Un fenomeno che, tuttavia, non è omogeneo sul territorio: mentre aumenta nel nord, in particolare a Milano, non decolla al sud, sia perché la tradizione del funerale classico non lascia spazio ad altre opzioni, sia a causa della minore diffusione di poli crematori.

Sul fronte dei costi, il settore della cremazione genera in Italia un giro d’affari attorno ai 70 milioni di euro (dato 2015), con tariffe estremamente diversificate sul territorio.

La Legge 28 febbraio 2001 n. 26 stabilisce che la cremazione nel nostro Paese è a tutti gli effetti servizio pubblico locale sottoposto ad un regime di prezzi controllati, e sulla base di tale norma vengono individuate le tariffe massime applicabili al pubblico: ogni comune, tuttavia, può differenziare le proprie tariffe,  prevedendo incentivi e sconti per i residenti.

Intanto sul tema delle cremazioni arriva anche il via libera condizionato della Chiesa. La Congregazione per la Dottrina della Fede in un documento sottolinea che la cremazione dei defunti, che “deve avvenire dopo la celebrazione delle esequie non è vietata dalla Chiesa” se non è fatta per una scelta di contrarietà alla fede.

“Laddove ragioni di tipo igienico, economico o sociale portino a scegliere la cremazione, scelta che non deve essere contraria alla volontà esplicita o ragionevolmente presunta del fedele defunto, la Chiesa non scorge ragioni dottrinali per impedire tale prassi, poiché la cremazione del cadavere non tocca l’anima e non impedisce all’onnipotenza divina di risuscitare il corpo e quindi non contiene l’oggettiva negazione della dottrina cristiana sull’immortalità dell’anima e la risurrezione dei corpi” sottolinea ancora il documento del Vaticano.

“La Chiesa continua a preferire la sepoltura dei corpi poiché con essa si mostra una maggiore stima verso i defunti” anche se “la cremazione non è vietata, a meno che questa non sia stata scelta per ragioni contrarie alla dottrina cristiana”.

Il documento della Santa Sede specifica anche che è vietata “la dispersione delle ceneri nell’aria, in terra o in acqua o in altro modo. Le ceneri del defunto devono essere conservate di regola in un luogo sacro, cioè nei cimiteri. La conservazione delle ceneri nell’abitazione domestica non è consentita”.

Stesso discorso per la conversione delle ceneri “in ricordi commemorativi, in pezzi di gioielleria o in altri oggetti, tenendo presente che per tali modi di procedere non possono essere addotte le ragioni igieniche, sociali o economiche che possono motivare la scelta della cremazione”.