Monito Coldiretti sull’agrumicoltura: non lasciamo sola Rosarno


La Regione Calabria riapre ai mosti corretti in cantina
Il Presidente di Coldiretti Calabria Molinaro ribadisce sull’agrumicoltura calabrese

Con la visita del ministro Martina si deve avviare “una pagina nuova per l’agrumicoltura calabrese”

Momenti importanti per l’agrumicoltura calabrese. Il Presidente di Coldiretti, Molinaro, in attesa dell’arrivo del presidente nazionale Roberto Moncalvo, sottolinea la grande attualità della nuova iniziativa con un efficace slogan “Non lasciamo sola Rosarno… coltiviamo gli stessi interessi”.

“All’indomani dell’approvazione della Legge sul caporalato, è davvero una gran bella notizia, che il Ministro delle Politiche Agricole e Alimentari Maurizio Martina, venga a Rosarno per illustrare i contenuti della nuova normativa che ribadiamo va nella giusta direzione perché garantisce la legalità nei campi e spezza le catene che per anni, hanno permesso lo sfruttamento di tante persone”.

Pietro Molinaro presidente di Coldiretti Calabria, annunciando che nell’occasione ci sarà anche la presenza del Presidente Nazionale della Coldiretti Roberto Moncalvo, rilancia i contenuti dell’iniziativa della Coldiretti partita il 29 dicembre 2010 sotto lo slogan “Non lasciamo sola Rosarno coltiviamo gli stessi interessi”. Possiamo e dobbiamo – aggiunge – chiudere il cerchio, scrivere una pagina nuova in questa area della regione per assicurare alle imprese agricole condizioni  economiche e sociali più favorevoli.

Riconoscere il valore etico e produttivo dell’agrumicoltura Made in Calabria con la firma dei produttori calabresi ed anche in questo caso, facendo il paio con la legge sul caporalato, dare il giusto valore, nel rispetto dei valori di eticità, rispetto dei vincoli sociali, a beneficio dei cittadini-consumatori e dell’economia di un territorio con una equa remunerazione al mondo della coltivazione innescando un processo rigeneratore della legalità.

Molinaro allora  ripropone l’ attualità dell’aumento del contenuto di succo di arance nelle bibite al 20%, in relazione alla legge 30 ottobre 2014, n.161 (legge europea 2013-bis). Chiediamo altresì – prosegue – anche  l’indicazione dell’origine in etichetta per i succhi bevibili L’applicazione della Legge e l’indicazione di origine, “sarebbero un bel segnale nei confronti di un vasto territorio che ha nell’agrumicoltura una reale possibilità di sviluppo e reddito e un contributo fondamentale a coniugare giustizia economica e sociale”. Tutto questo contribuisce ad eliminare la catena di sfruttamento che vede coinvolte imprese agricole, lavoratori e piccole industrie di trasformazione. “Quale migliore occasione – conclude – se non quella di lunedì p.v. che riconferma che Rosarno non è stata lasciata sola perché a fare fronte comune ci sono le istituzioni del territorio, agricoltori, governo regionale e nazionale, parlamento”.