Persone scomparse, Manzione: «Attività di ricerca funzionano»


Presentata oggi la relazione semestrale dell’Ufficio del commissario per le persone scomparse

Dal 1974, anno in cui è iniziata la raccolta dei dati sulle persone scomparse, al primo semestre di quest'anno le persone sparite nel nulla sono circa 37mila
Dal 1974, anno in cui è iniziata la raccolta dei dati sulle persone scomparse, al primo semestre di quest’anno le persone sparite nel nulla sono circa 37mila

ROMA – Sono dati positivi quelli che arrivano dalla relazione semestrale dell’Ufficio del commissario per le persone scomparse, guidato dal prefetto Vittorio Piscitelli e oggi impegnato anche nelle attività di riconoscimento delle vittime dei naufragi nel Mediterraneo.

Dal 1974, anno in cui è iniziata la raccolta dei dati sulle persone scomparse, al primo semestre di quest’anno le persone sparite nel nulla sono circa 37mila, per la maggior parte di nazionalità straniera (77%). La maggior parte delle persone scomparse sono inoltre minorenni (64%).

Nell’andamento dei ritrovamenti nell’ultimo quinquennio, dopo il 2015, quasi «un anno magico» in cui la forbice tra le persone da rintracciare e quelle ritrovate si era molto assottigliato, grazie anche al forte impulso da parte dei prefetti nell’applicare nuove linee guida territoriali, si assiste ad un suo ampliarsi, da ascrivere essenzialmente alla popolazione straniera di giovane età approdata, nello stesso periodo, sulle coste italiane.

«Sono ottimi risultati a testimonianza che rete territoriale, il meccanismo che coinvolge prefetture e il terzo settore funziona bene: le persone molto spesso vengono ritrovate» ha affermato il sottosegretario Domenico Manzione.

«Oggi il fenomeno delle persone scomparse è gestito, e non solo monitorato, e il fronte di miglioramento va cercato sul lato della prevenzione, estendendo protocolli che si sono rivelati efficienti, come ad esempio quello, in prosecuzione del “modello Milano”, siglato in Toscana con le procure che si sono associate nell’utilizzo di un disciplinare unico» ha spiegato il commissario Piscitelli.

In questa direzione, ha aggiunto, si sta lavorando con il ministero della Giustizia per un protocollo nazionale che consenta di avere lo stesso approccio da parte delle procure: una uniformità nel trattamento dei casi di ritrovamento.

L’ufficio del Commissario è impegnato anche nel riconoscimento delle vittime di naufragi che sono avvenuti nel Mediterraneo. In cima alla lista delle tragedie in mare ci sono quelle del 2013 a Lampedusa e del 2015. Per quest’ultimo naufragio, per il quale si stimano tra le 750 e le 800 vittime, finora sono stati recuperati 270 corpi.