Strada della morte, la Reggio Calabria-Taranto continua a mietere vittime


non è la prima protesta, quella di nono amoroso per la statale 106.
Non è la prima protesta, quella di Nando Amoroso per la statale 106

La Reggio Calabria-Taranto. È l’arteria più pericolosa d’Italia quella che unisce la statale Ionica 106 dall’estrema punta d’Italia alle sponde del Mar Piccolo.

La strada della morte è definita la Reggio Calabria-Taranto; così dunque continua a far parlare di sé. Chi l’ha transitata, o non può fare a meno di percorrerla, chiosa con una nota di sdegno: ai lati della strada decine e decine di mazzi di fiori e croci cingono i fianchi della carreggiata. Un cimitero on the road.

L’atto costitutivo della statale è stato emanato durante il fascismo nel 1928. Quanto tempo è passato fino ai giorni nostri, parlando sempre di ammodernamento, nonostante cantieri aperti, inattivi. Nulla è cambiato per ottimizzare la viabilità e soprattutto la sicurezza visto che è molto pericolosa, con tratti da paura. 491 chilometri che mettono in discussione ancora una volta il “caso meridionale” con politici altolocati non presenti per una giusta causa. Anche la magistratura calabrese sugli appalti continua a tenere accesi i riflettori.

Denominata la strada della morte, la Reggio Calabria-Taranto è stata portata come cavallo di battaglia per molte, soprattutto in passato, campagne elettorali. Solo promesse, poi, il nulla. Nando Amoruso è a capo di un’associazione, Presidente di Vita, ha deciso di compiere un’altra delle sue “rivolte” insolite. Questa volta parte da Cirò marina per la provincia crotonese, 38 km percorsi, dove si fermerà in piazza della Resistenza, a bordo di un carrellone sul quale si è rinchiuso in una gabbia. La meta è il comune, accolto poi nella sala consiliare dove si è discusso e ha ripresentato un progetto già proposto moltissimi anni fa. Ma ha anche aderito alla manifestazione il sindaco Ugo Pugliese, e altri primi cittadini, rappresentanze sindacali, tanti cittadini.

Una strada importante che unisce la Calabria ionica partendo da Sibari, ma che spesso ne spezza la tratta mettendola in discussione acerba sulla viabilità e vivibilità che dovrebbe dare economia al territorio.

Adesso si attende che il Presidente Mario Oliverio accolga la missiva, visto che la protesta è stata impacchettata per portarla al cospetto della Regione Calabria. Rinnovando un incontro urgente non più prorogabile.

Ada Cosco