Soldati italiani in Lettonia: opposizioni in trincea


Bufera su Pinotti e Gentiloni, Grillo attacca: «Azione sconsiderata»

Pinotti sotto accusa per l'invio di 140 militari italiani in Lettonia
Pinotti sotto accusa per l’invio di 140 militari italiani in Lettonia

ROMA – L’invio nei prossimi mesi di un contingente di circa 140 militari in Lettonia, annunciato dal segretario della Nato, Stoltenberg, ha scatenato un putiferio politico.

A partire dal 2018 una compagnia di militari italiani farà parte di quattro battaglioni che saranno schierati a difesa della frontiera della Nato con la Russia.

«La politica della Nato è una politica distruttiva» è il secco messaggio arrivato da Mosca, con i ministri della Difesa e degli Esteri italiani, Pinotti e Gentiloni, costretti ad equilibrismi per non aprire una crisi diplomatica con il Cremlino.

I ministri hanno allontanato qualsiasi ipotesi di politica aggressiva nei confronti di Mosca: la Pinotti ha parlato di una compagnia sotto il comando canadese richiesto dai Paesi dell’Est e ha specificato che la decisione di mandare delle truppe in Lettonia era stata presa a Varsavia.

«Se leggete le cronache di Varsavia, la decisione di avere delle forze di rassicurazione nei Paesi baltici, non definitive e a rotazione, proprio per non dare l’idea che non si ricrei una cortina da guerra fredda, è stata assunta a Varsavia», ha sottolineato la Pinotti.

«Nazioni come Canada, Germania, il Regno Unito e Stati Uniti, che sono i responsabili, saranno leader in Lettonia. Il Canada ha chiesto se l’Italia poteva contribuire e noi abbiamo detto sì» ha aggiunto.

Le opposizioni, però, sono partite in quarta. “Questa azione è sconsiderata, è contro gli interessi nazionali, espone gli italiani a un pericolo mortale ed è stata intrapresa senza consultare i cittadini” scrive Beppe Grillo, leader del Movimento 5 stelle sul suo blog.

“L’Italia non ci guadagna nulla e ci perde tantissimo. In termini di sicurezza nazionale questa missione rischia di esporre il nostro Paese al dramma della guerra. Ci riporta indietro di trent’anni ed alza nuovi muri con la Russia, che per noi è un partner strategico e un interlocutore per la stabilizzazione del Medio Oriente” aggiunge Grillo.

“Vogliono schierare i nostri uomini per provocare i russi e trascinarci nell’assurdità della guerra. Un altro fronte, oltre a quelli già aperti in Iraq, in Afghanistan, in Libia con i disastri che hanno creato. L’invio di 150 uomini in Lettonia è inaccettabile. Chi pensa il contrario o non sa quello che fa o se ne frega degli italiani per altri interessi: delle due l’una. La Russia è un partner essenziale, non un nemico” scrive ancora Grillo.

“Incredibile: nel 2018 un contingente di soldati italiani verrà inviato ai confini con la Russia, con una missione della Nato. Una follia anti-russa. Chi fa prove di guerra con la Russia è matto o è in malafede. Armi e soldati usiamoli contro l’Isis, non contro chi lo combatte!” tuona invece il leader della Lega Nord, Matteo Salvini.

«L’invio di soldati italiani in Lettonia è una pura, gravissima provocazione» afferma invece Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, come riporta l’agenzia Dire (www.dire.it).

«Quando Gentiloni dichiara che non si tratta di un’aggressione mente sapendo di mentire.Se Putin schierasse l’esercito al confine tra Usa e Messico cosa direbbe Obama, quale sarebbe la reazione degli Stati Uniti?» aggiunge Ferrero.

«Chiedo una riunione immediata della commissione Difesa del Senato per discutere di questa astrusa follia di mandare militari italiani in Lettonia per proteggere il confine Est dell’alleanza Nato. I russi sono nostri amici, combattono il terrorismo, hanno idee chiare a differenza di Obama e dei suoi camerieri. Dove si è deciso di mandare militari in Lettonia? A fare cosa?» chiede Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia.