Jure du Rè: dal Folk in piazza alle colonne sonore


Jure du Rè: dal Folk in piazza a colonne sonore
L’ultimo capolavoro della Band che ha riscosso un grande successo: “Nente”

Calabria terra di buongustai ma soprattutto di poeti e artisti. C’è una nuova generazione di artieri melodici, che porta la terra peninsulare ad esordire con la poesia versatile come il gruppo musicale dei giovani “Jure du Rè”. Con loro il canto popolare il trasporto diventa passione, emozione quasi religiosa, quando quel mixer di incontaminati versi ritmici riportano quasi per magia ad un’espressione rifiorita. Melodie che piacevolmente intaccano battiti e ci coinvolgono musicalmente. Attorno l’eccitazione”, dove lasciandosi andare il più insensibile dei “senza orecchio musicale”, -e siamo in tanti- riesce a far muovere dapprima l’arto suscettibile al ritmo, l’inferiore, che si mette subito in movimento, altro che swing! poi le gambe e poi il corpo lasciando scaricare l’adrenalina. Andare dietro a quei tempi cadenzati da strumenti popolari: fisarmonica, chitarra, clarinetto basso e contrabbasso, esclusivi ma non solitari. Sono gli strumenti che usano gli Jure du Rè un gruppo composto da quattro ragazzi per lo più calabresi: Antonio Rimedio, Emanuele Trocino, Antonio Calzone, Mario Brizzi. Parlano del Sud in chiave moderna. Un po’ di jazz, di musica balcanica, di folk, spunti ska e regga e a volte niente di tutto questo.

la band jure du re
La band jure du re

Il loro percorso curricolare

Nel 2005 arriva il loro primo album “Senza Confini” che li fa conoscere al pubblico, anche attraverso la partecipazione a diversi festival sparsi in tutta Italia, nel 2009 la registrazione della colonna sonora de “L’uomo che verrà”, il primo grande successo di Giorgio Diritti. Dal 2006 parte della band inizia a occuparsi attivamente di musiche per il cinema. Prima prova in tal senso è l’interpretazione della colonna sonora del film rivelazione di Giorgio Diritti “Il vento fa il suo giro”. Ma la loro notorietà non si arresta. segue nel 2009 la registrazione della colonna sonora de “L’uomo che verrà”, il primo grande successo di Giorgio Diritti, che porterà i Jureduré, in qualità di interpreti delle colonne sonore originali, nella platea dei più importanti Festival del Cinema nazionali e non solo. Da quella esperienza arriva nel 2010 la collaborazione con il regista tedesco Wim Wenders per cui i Juredurè compongono ed eseguono le colonne sonore originali de “Il Volo”, mediometraggio sull’accoglienza agli immigrati, ambientato a Riace in Calabria. Sulla scia di questo successo nel 2011 viene per i Juredurè il momento di un nuovo tour estivo e del nuovo disco “Ritorno”, raccolta di dieci brani dalla grande intensità poetica in cui si affrontano tematiche sociali e si fanno riflessioni sulla storia e l’attualità del Meridione d’Italia. Negli ultimi mesi dello stesso anno si intensificano le attività della band, a cominciare dal cinema: a novembre i Juredurè partecipano, infatti, alla colonna sonora di “Itaker”, il nuovo film di Tony Trupia, prodotto e interpretato da Michele Placido, nel quale compaiono anche dal vivo con un piccolo cameo. Non mancano, inoltre, i riconoscimenti musicali: a dicembre 2011 la band vince le finali territoriali del prestigioso festival internazionale Folkest, aggiudicandosi così la partecipazione alla finale estiva dell’edizione 2012 durante la quale condivide il palco con altri riconosciuti rappresentanti italiani e internazionali della musica folk. Il 2012 si apre con i migliori auspici, confermati dalle partecipazioni dei Juredurè a trasmissioni radiofoniche nazionali, interviste che si accompagnano a nuove date live invernali ed all’inizio di un’interessante collaborazione con il Festival internazionale “Sete Sóis Sete Luas” che li porterà in giro con un tour internazionale in Marocco, Spagna e Portogallo. La tournée estiva 2012 si conclude con l’apertura del concerto di Goran Bregovic nella serata iniziale dello OrvietoFolkFestival. I Juredurè nel 2015 “tornano” con l’uscita del nuovo album “La triste commedia” (IRMA records). Dalla terra che trasuda di storie di migranti e di racconti leggendari di briganti, a cui per lungo tempo hanno dedicato il loro sound folk-balcanico, intrecciato ad incursioni jazz e reggae, si spostano ora in una dimensione geografica che non ha confini certi perché costruita dentro l’universo di ogni uomo. È lo scenario de “La Triste Commedia” questo, in cui si narrano le storie di una coscienza moderna e, pur tuttavia, inesorabilmente legata ai suoi tratti più ancestrali. Un intenso lavoro, di collaborazioni con tanti musicisti che ha visto la partecipazione di artisti sopraffini come Massimo Tagliata con la sua fisarmonica, Andrea Dessi con la sua chitarra flamenco e il Quartetto Pegaso con i suoi archi.

E non si ferma neppure la voglia di creare musica popolare che conferma lo spirito di un’Italia che ha proprio bisogno di riconfermarsi la Patria della canzone italiana.

Jure du Rè è un gruppo musicale composto da amici che li lega la passione dell’arte, dei suoni. Sono i 4 moschettieri, giovanissimi e con tanto interesse della musica con sonorità della tradizione, ma legati alle loro origini che non dimenticano.

Ada Cosco